L’AMBIENTE COME OPPORTUNITA’
E’ importante che i Paesi affacciati sul Mediterraneo, bacino da cui sono nate le culture più importanti, si confrontino sulle politiche ambientali e cooperino per uno sviluppo sostenibile. Con questi concetti, Massimo Ferlini, presidente dell’Osservatorio Nazionale dei Rifiuti, ha introdotto l’incontro sul tema: “L’ambiente come opportunità”. Ha poi preso la parola Altero Matteoli, ministro dell’Ambiente del Governo Berlusconi, per ringraziare il Meeting dell’occasione di confronto offertagli.
Entrando nel merito, Matteoli ha ribadito come non sia scontato che l’uomo sia al centro di tutti i ragionamenti, anche ambientali, e come, di conseguenza, si debbano conciliare attività produttive e politiche ambientali. Il ministro ha continuato illustrando i progetti con la Slovenia e gli accordi con la Tunisia: “È un Governo che pensa in grande”, ha aggiunto, affermando poi che “ci confrontiamo con tutti, ma alla fine è il ministro decide”.
In merito alla ratifica del “Protocollo di Kyoto”, Matteoli ha ribadito che l’Italia, pur avendo firmato, non rinuncia a lavorare sulla materia insieme agli Stati Uniti; in questi anni, infatti, le condizioni sono peggiorate per quanto riguarda le emissioni nocive, per cui bisogna fare scelte – ha continuato il Ministro – nella direzione degli inceneritori e del trasporto delle merci non più su gomma. Terminando, Matteoli si è detto fiducioso che l’uomo abbia in sé le risorse e la forza per risolvere con il dialogo anche i problemi dell’ambiente.
Janec Kopač, Ministro dell’Ambiente della Slovenia, ha espresso la convinzione che parlare di sviluppo sostenibile richieda la tutela dell’ambiente: questo si scontra spesso con altri interessi. Kopač ha evidenziato alcuni di questi conflitti: nell’Unione Europea, ad esempio, c’è un mercato unico, ma non una tassazione uniforme in tema ambientale; negli appalti pubblici spesso si privilegia il costo basso a danno della protezione ambientale; in qualche Paese si verifica anche un conflitto tra sviluppo e tutela della natura. Concludendo, egli si è detto ottimista sulla possibilità di risolvere i problemi legati allo sviluppo sostenibile in Europa, mentre si è detto meno ottimismo sulla possibilità di soluzioni a livello mondiale.
Chérif Rahmani, Ministro dell’Ambiente dell’Algeria, si è detto convinto che l’uomo è oggi più vulnerabile per i propri errori: troppo disequilibrio nord-sud, troppe fratture economico-sociali. La globalizzazione non può interessare solo i mercati, ma anche le colture, ha affermato Rahmani. Il ministro algerino ha quindi ricordato come la situazione attuale sia figlia di decisioni prese trent’anni fa; analogamente, quello che si decide oggi influenzerà il futuro, pertanto bisogna guardare allo sviluppo sostenibile in un’ottica di solidarietà verso i Paesi più poveri, sforzandosi di far emergere le migliori risorse, anche spirituali.
G.A.C.
Rimini, 28 agosto 2003