Il cardinale John Henry Newman, nuovo Dottore della Chiesa

Ottobre 2025
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«Ho la gioia di annunciare che il prossimo 1° novembre, nel contesto del Giubileo del Mondo Educativo, conferirò il titolo di Dottore della Chiesa a San John Henry Newman, il quale contribuì in maniera decisiva al rinnovamento della teologia e alla comprensione della dottrina cristiana nel suo sviluppo». Sono parole di papa Leone XIV alla recita dell’Angelus, domenica 28 settembre 2025

La figura di John Henry Newman sarà quindi elevata a Dottore della Chiesa Universale. Con questa scelta, la Chiesa cattolica riconosce pubblicamente l’importanza del suo pensiero e dell’eredità spirituale che lo rende figura davvero significativa per oggi.

Un pensatore del XIX secolo ancora attuale

Newman (1801-1890) – già presbitero anglicano, poi convertito al cattolicesimo, successivamente creato cardinale nel 1879 da Papa Leone XIII – è stato canonizzato nel 2019 da papa Francesco. Il suo messaggio è rilevante ancora oggi perché ha insistito sulla relazione tra fede e ragione, sottolineando che credere non significa abbandonare l’intelletto, ma inserirlo in un cammino di verità, ha sostenuto che la coscienza personale e il dialogo interiore con Dio rappresentano dimensioni fondamentali della vita cristiana e ha vissuto la conversione come percorso intellettuale e spirituale, ponendo la tradizione e i Padri della Chiesa come orizzonte di fede.

Un titolo che parla anche al nostro tempo

Come ha detto il cardinale Diarmuid Martin nel 2010 al Meeting, «la questione del rapporto tra fede e ragione era un tema particolarmente delicato in quell’epoca (…), con l’aumentare degli atteggiamenti scettici nei confronti della religione. Newman voleva dimostrare ai suoi contemporanei che fede e ragione non erano in conflitto, ma voleva anche dimostrare che la ragione non era il solo arbitro di ogni verità».

Inoltre, il suo impegno ecumenico, il fatto di essere stato uomo che ha attraversato confini e divisioni, lo rende testimone di un modo di vivere la Chiesa come comunione, non come semplice istituzione.

Newman al Meeting, la mostra «Cor ad cor loquitur»

La figura di Newman è stata ricordata più volte al Meeting, ad esempio il 24 agosto 2010 nel convegno In difesa della ragione: John Henry Newman, con mons. Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino e primate d’Irlanda introdotto da Onorato Grassi, ma anche il 23 agosto dello stesso anno in modo inedito con Angli o angeli? Da Newman a Chesterton: un percorso nella cultura inglese tra letteratura e musica, con Paolo Gulisano (relatore e narratore), e i musicisti Carlo Pastori, Giovanni Scarpanti, Ermes Angelon, Franco “Furbo” Svanoni e Francesco De Chiara.

A Newman il Meeting ha soprattutto dedicato la mostra del 2011 “Cor ad cor loquitur. La certezza di Newman, coscienza e realtà”, a cura di Giuseppe Pezzini, Samuele Busetto, Paul Hitchings, Chris Morgan, Stefano Rebeggiani. Nel corso della stessa edizione si è anche tenuto l’incontro di presentazione con il medesimo titolo con Edoardo Aldo Cerrato, procuratore generale della Confoederatio Oratorii Sancti Philippi Nerii; Ian Ker, Fellow in Theology at the Oxford University e la moderazione di Javier Prades López.

La mostra «Cor ad cor loquitur. La certezza di Newman, coscienza e realtà» è attualmente disponibile in forma itinerante. Divisa in tre sezioni che raccontano altrettante conversioni di Newman, è composta da 24 pannelli, e necessita di uno spazio espositivo di circa 30 metri lineari. È corredata da supporti digitali da usare nelle tre sezioni della mostra

Nella mostra si ripercorre il suo cammino di conversione attraverso un percorso biografico e tematico. La coscienza, come emerge dai pannelli che compongono l’esposizione, è stata la forza motrice del cammino di Newman verso la certezza della verità. Tale cammino ha caratterizzato anche il suo essere educatore e uomo amante della bellezza. Newman è testimone del fatto che la fede non si esaurisce in un’esperienza di dialogo intimo con Dio, ma diventa intelligenza della realtà.