Il compositore americano Jonathan Fields ha tenuto una guida all’ascolto del Requiem tedesco di J.Brahms, opera in sette movimenti (di cui il pubblico ne ha potuti ascoltare tre) scritta dal compositore tedesco all’alba dei 33 anni, mentre era profondamente scosso dalla morte della madre e del suo mentore Robert Schumann. Questi due fatti tragici posero all’autore il problema di combinare la fragilità sperimentata nel lutto e il proprio desiderio di grandezza: contraddizione che Brahms risolse componendo in dieci anni un’opera monumentale per due solisti, coro ed orchestra. Non si trattava secondo Brahms – ha sottolineato Fields – di un’opera liturgica ma di una propria personale riflessione, da non credente, sulla morte. Fu proprio la contraddizione che fu spunto iniziale del lavoro a permettere all’opera di conquistare la grandezza che oggi tutti le riconoscono. Sempre secondo Fields, si tratta di un’opera altamente educativa, perché mostra un profondo disagio vissuto mantenendo aperta la possibilità di una risposta.
L’incontro è stato introdotto e guidato dal compositore Roberto Andreoni, nella inusuale veste di traduttore di Fields.
L’opera illustrata è in catalogo nella collana Spirto Gentil.
M.P.
Rimini, 22 agosto 2005
