Fondazioni d’Impresa tra etica e sviluppo sostenibile

Press Meeting

”Le imprese profit devono fare profit, ma non può essere che sia tutto lì: gli imprenditori sono uomini che hanno un desiderio di bello, di giusto ed alla luce di questo fanno scelte anche rischiose”. Al centro c’è sempre la persona ed i suoi bisogni. Antonio Mandelli apre così dialogo sulle fondazioni d’impresa, ricordando che all’origine dell’idea di raccogliere viveri ed altro, dalle grandi imprese, per distribuirli agli indigenti, vi era un incontro commosso tra Danilo Fossati e Don Giussani. Oggi queste iniziative di solidarietà si chiamano “Banco Alimentare” e “Banco Farmaceutico”: opere sorte con la Compagnia delle Opere per rendere socialmente operativo il concetto di sussidiarietà.
“Il vero profitto è lo sviluppo sostenibile e la vera economia è fatta da una buona etica”. Francesco Valli, Amministratore Delegato della British American Tobacco Italia, nonché Presidente della Fondazione Operandi BAT Italia, vuole subito allontanare da sé l’alone di essere un “venditore di morte”. La fondazione Operandi BAT è la prima in Europa nel suo settore e parte dalla convinzione che le risorse sottratte all’ambiente debbano essere ridistribuite, per rendere sostenibile anche il business aziendale. Il passo verso la sussidiarietà è breve: stimolare le risorse sociali locali più capaci, laddove lo Stato non riesce ad arrivare. Ci siamo sempre preoccupati – conclude Valli – di intervenire principalmente nei luoghi delle nostre aziende per far respirare il territorio e garantire ottimali condizioni di lavoro.
“Fare bene il bene” è lo slogan che lancia Pietro Guindani, Amministratore delegato di Vodafone Italia per presentare l’omonima fondazione, cha ha deciso di mantenere lo stesso nome aziendale non a caso, ma per mostrare lo stretto legame etico tra i due organismi, sebbene si conservi una netta distinzione gestionale. Per Guindani la fondazione rappresenta la concreta volontà dell’impresa di non essere avulsa dal complesso contesto sociale italiano. ”Non solo logica del profit, ma anche quella della restituzione”. Lo stato assistenziale in crisi sta lasciando il posto ad aziende che dedicano parte delle loro risorse ad intenti sociali, realizzabili anche nella forma mista pubblico-privato. Società, ambiente, cultura sono gli ambiti di riferimento, con un accento particolare alla soluzione delle situazioni di criticità sociale: minori a rischio, assistenza anziani e recupero periferie urbane; nonché all’evoluzione della cultura di impresa intesa come possibilità di apertura, oltre le finalità istituzionali. “Eroghiamo i nostri fondi per sostenere, far crescere e rendere autonome le iniziative sociali, con risultati sempre misurabili.”
L’impegno nella Fondazione A.C. Milan di Franco Papa, in qualità di amministratore delegato, è nato da un casuale incontro con un giocatore, Leonardo, che a 33 anni ha deciso di smettere di giocare e dedicarsi ai bambini delle favelas di Rio de Janeiro. La peculiare mission della fondazione è sostenere con regolarità progetti sociali, soprattutto per quanto riguarda le fasce più deboli: 1700 bimbi del Congo vaccinati contro malattie letali, una campagna a favore dei bambini cardiopatici e della Lega del Filo d’Oro, la costruzione di un asilo all’interno di una favela del Brasile e di un centro di accoglienza e cura per bambini lebbrosi a Calcutta.
Alla domanda di Lucchini, Presidente della Fondazione Banco Alimentare, se nelle strategie di intervento delle fondazioni ci sia anche la tentazione di gestire direttamente le iniziative sociali, Valli e Guindani sono categorici: non ci si può sostituire alle pubbliche amministrazioni, il protagonista rimane il terzo settore. L’incontro si chiude con l’intervento di Guido Boldrin, Direttore Generale della Federazione dell’Impresa Sociale della Compagnia delle Opere, sulla possibilità di sostenere anche altre realtà sociali che offrono servizi professionali al mondo delle organizzazioni di volontariato, attraverso consulenze legali, capacità progettuali ed attività di promozione.