“Apriamoci alle sorprese che Dio ha in serbo per noi”

Dicembre 2019
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Papa Francesco ha nominato il cardinale Luis Antonio Tagle prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. L’arcivescovo di Manila e presidente di Caritas internationalis prende il posto del cardinale Fernando Filoni nominato dal Papa gran maestro dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. L’evangelizzazione dei popoli è una funzione primaria della Chiesa e Tagle, legato a Papa Francesco anche da una profonda amicizia, al vertice di quella che un tempo si chiamava Propaganda Fide potrà agire anche nell'ottica della riforma caldamente promossa dal pontefice.

Proprio al Meeting nel 2018, il prefetto Tagle aveva raccontato ‘La Chiesa in un cambiamento d’epoca’, offrendo tre immagini per delineare quella che aveva definito «Chiesa rinnovata»: quella della porta, aperta per far uscire, ma anche per far entrare; quella di una grande tavola imbandita «che ha posto per tutti: è una tavola dove i beni e le risorse della terra devono essere condivisi specialmente con i più poveri»; e infine l’immagine della costruzione di una vita nuova. «Lasciamo coraggiosamente da parte idee e progetti che spesso confondiamo con il Vangelo e diventiamo aperti alle sorprese, alla poesia e alle storie che Dio ha in serbo per la Chiesa», aveva esortato Tagle citando il papa Francesco della Evangelii Gaudium.

Per farsi capire bene dalla platea riminese, Tagle raccontò alcuni episodi che gli erano accaduti. Come di quando, in macchina con un amico, fermi ad un semaforo, abbassò il finestrino per ascoltare un venditore ambulante di biscotti che lo aveva riconosciuto e che aveva insistito per potergli parlare. «Il nostro autista gentilmente gli disse ancora che non avevamo nulla da comprare. E il venditore: “Non li vendo, voglio offrirli al cardinale come dono”. Questo povero, che aveva bisogno di ogni singolo centesimo per vivere, era disposto a rinunciare al suo profitto per offrire al vescovo il suo semplice dono! Una nuova Chiesa è esplosa davanti ai miei occhi, mostrandomi il potere dei feriti, degli ultimi, nell’offrire la buona novella di comunione e inclusione», spiegò il cardinale.

Vari i momenti di condivisione che l’ormai ex vescovo di Manila era solito vivere con i giovani filippini. Come quando, partecipando a un campo estivo, oltre che parlare loro accettò di cantare per loro. In tanti alla fine gli si avvicinarono per chiedergli di essere benedetti e di fare insieme dei selfie. «Quell’evento è stato un mistero per me! Cosa stava succedendo? Mi sono comportato bene come vescovo? Che cosa pensano questi giovani di me? Che sono un attore, un vescovo o che cosa? Un anno dopo mi è arrivata la risposta. In un simile campo estivo, un giovane mi si è avvicinato dicendo: “L’anno scorso tu hai firmato la mia maglietta, da allora non l’ho più lavata. Ogni notte la piego e la pongo sotto il mio cuscino. Non vedo mio padre da molti anni, con quella maglietta sotto il cuscino so di avere nella Chiesa una famiglia e in te un padre”. Quanti giovani cercano un padre, una madre, il vangelo eterno è annunciato nella forma di una maglietta firmata da un vescovo per un ragazzo desideroso di una famiglia e di un padre, un volto sorprendente, ma genuino di una Chiesa rinnovata».