“Il Cambiamento possibile”. Europa, Pace e Sviluppo

Redazione Web

Talk “Il Cambiamento possibile”. Europa, Pace e Sviluppo
La Passione di un’Europa solidale

Rimini, 25 agosto 2022 – Prima il Covid, poi la guerra in Ucraina, hanno reso ancora più evi-dente che da sola l’Italia non basta. Occorre più Europa. L’incontro “Europa, pace e sviluppo”, per la serie “Il cambiamento possibile”, a cura di Fondazione per la Sussidiarietà, in collabo-razione con Centromarca, sponsor tecnico Bayer, tocca diversi aspetti inerenti al posiziona-mento italiano nello scenario geopolitico europeo e internazionale: il rapporto UE/NATO; un’economia che pensi allo sviluppo e non al debito; come le imprese stanno affrontando la sfida di inediti scenari nella nuova geopolitica creata dalla guerra.
Introducono Irene Elisei ed Enrico Castelli, i quali pongono al centro del dibattito alcune que-stioni: il prezzo del gas è schizzato oltre i 300 euro, perché si fa fatica a trovare un accordo? Il PNRR è una grande opportunità, ripensarlo in questo momento è utile? Che ruolo può gio-care l’Italia per la costruzione della Pace?
Carlo Calenda, deputato al Parlamento Europeo, segretario di Azione, sostiene che «siamo davanti al più grande tsunami. Le cose da fare sono, innanzitutto, affrontare l’inverno senza enormi preoccupazioni di mancanza di gas, ma serve necessariamente una nave come rigas-sificatore, così che, in caso di picco di freddo, possiamo affrontare l’emergenza. Fare questo vuol dire sganciare il prezzo dell’energia da quello del gas, oltre a mettere 10 miliardi per il sostegno all’impresa; bisogna stoppare, almeno per un giorno, la campagna elettorale per trovare un accordo congiunto sul rigassificatore. In Italia c’è il problema del riuscire a realiz-zare le cose, si chiacchiera tanto ma si agisce davvero molto poco. È necessario non solo scrivere i progetti, ma poi bisogna saperli gestire passo dopo passo. Il PNRR è la cartina tor-nasole di tutto questo: questa è la sfida cruciale dell’Italia, ossia implementare il PNRR. Biso-gna scegliere se essere grandi insieme o distrutti da soli. Sulla questione della pace non cre-do si arriverà a grandi passi avanti se non attraverso la coalizione di Paesi che davvero la vo-gliono: i Paesi fondatori della Comunità europea questo lo possono fare».
Mario Mauro, presidente Centro Studi Meseuro, afferma: «La logica del buon senso dice che se c’è un grande macigno da affrontare, quello sul gas, è necessario che il 20 ottobre, quan-do si dovrà decidere sul tetto del gas, è bene che ci sia Draghi a negoziare. I soldi ricevuti so-no proporzionati alla quantità di problemi che il sistema Paese ha. La solidarietà europea, nei nostri confronti, deve tradursi in autorevolezza e responsabilità nel fare le cose e mette-re in atto concretamente il PNRR. Sulla questione della pace bisogna dire che l’Europa deve preoccuparsi e occuparsi non solo della guerra in Ucraina, ma anche dei piccoli conflitti spar-si nel mondo, che comunque hanno incidenza sul nostro Paese».
Enzo Moavero Milanesi, professore di Diritto dell’Unione Europea all’Università Luiss, Guido Carli e al College of Europe, Bruges, Belgio, dice: «L’Europa è investita tutta intera da questo problema, pertanto bisogna prendere provvedimenti immediatamente non come singoli ma come comunità europea, da soli non si va da nessuna parte. L’Europa negli anni è cambiata davvero molto e oggi quando pensiamo all’Europa sappiamo di aver a che fare con un conti-nente solidale, dove ogni Stato membro si fa prossimo e ha passione per un altro Stato; con questa logica è stato scritto il PNRR. Occorre un nuovo trattato europeo che decida una nuo-va forma costituzionale che garantisca e tuteli la pace nei Paesi e tra i Paesi».
Irene Tinagli, presidente della Commissione Problemi Economici e Monetari del Parlamento Europeo, si pronuncia: «In Europa la situazione è complessa; la questione del gas è davvero un’arma che la Russia sta utilizzando per i propri fini; la politica deve fermarsi intorno ad un tavolo e prendere delle decisioni serie per il bene del Paese e che risponda realmente alle esigenze dei cittadini. Andare a riscrivere o rinegoziare il PNRR è un azzardo, perché richie-derebbe tempi molto lunghi e rischierebbe di far perdere molte risorse. L’Italia ha il dovere di contribuire per la pace, i politici italiani hanno il dovere di concretizzare questa sensibilità totalmente italiana».
Al Meeting per l’amicizia tra i popoli avere a cuore il futuro vuol dire discutere e dialogare su temi che interpellano le persone nei loro bisogni essenziali ed esistenziali; chiude il Talk Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, ringraziando gli ospiti per il dialogo intrapreso, e ribadisce che il cambiamento è davvero possibile: la passione di un’Europa solidale è espressione autentica della passione per l’uomo.
(R.G.)

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