“Anche i santi hanno i brufoli”

Redazione Web

“Anche i santi hanno i brufoli”
Di e con Giovanni Scifoni

Rimini, 23 agosto 2022 – Raccontato con piglio brillante e giullaresco dall’attore e scrittore Giovanni Scifoni, accompagnato dai musicisti Davide Vaccari e Maurizio Picchiò, è andata in scena per il XLIII Meeting per l’amicizia fra i popoli nella cornice del Teatro Galli la rievoca-zione, divertita e umanissima, delle vicende di santi del passato come San Giovanni Bosco, Sant’Agostino, San Giovanni di Dio, Santa Francesca Romana.
«A volte sembra che Dio lo faccia apposta», dice Scifoni. «Si sceglie le persone peggiori per compiere le sue grandi opere, e forse lo fa apposta, per rendere evidente che sicuramente è merito suo. Spesso i santi sono persone senza qualità, senza talento, che ricevono una pro-posta: “Vuoi fare questa cosa? Non sei capace a farla e sicuramente sarà un disastro. Ti va?”. Il santo è colui che risponde: “Se ci sei Tu mi va”».
“Vocazioni” nate spesso per caso, che Scifoni inquadra nelle loro vicende viste come attraverso uno specchio, fisico e interiorizzato, quello dell’adolescenza, dove anche queste figure di santi hanno dovuto prima di tutto guardarsi dentro e chiedersi quale domanda di senso rappresentasse la propria vita. Qualcosa che viene da dentro, e preme per uscire fuori, proprio come un brufolo sul viso.
Figure appassionate capaci di affrontare e superare anche dolorosi scogli personali, prima di manifestare tutta la propria passione per l’uomo e per Dio. Passione che si può dire vissuta ardentemente sulla propria pelle, come fu per lo spagnolo S. Giovanni di Dio (1495-1550). Considerato pazzo, fu rinchiuso nell’Ospedale Reale di Granada, da dove uscì qualche mese dopo rasserenato e intenzionato ad assecondare la sua vocazione religiosa.
Nonostante le diffidenze iniziali, si unirono a lui altre persone, che si dedicarono completamente all’assistenza ai malati. Il suo modo di chiedere la carità era molto originale, infatti era solito dire: «Fate del bene a voi stessi! Fate bene, fratelli!».
Scifoni ha rievocato anche la fede e l’opera ardente di Santa Francesca Romana (1384-1440). Nata a Roma dalla nobile famiglia Bussa de’ Leoni, andata dodicenne in sposa, per volere del padre, al nobile Lorenzo de’ Ponziani, il 15 agosto 1425, con nove compagne, si offrì come oblata della Vergine nella basilica di Santa Maria Nova al Foro. Per otto anni le Oblate continuarono a vivere nelle proprie famiglie, sino al marzo del 1433, quando, acquistata una casa nel rione Campitelli, cominciarono a condurvi vita comune. Francesca le raggiunse tre anni dopo, alla morte del marito Lorenzo, e assunse la guida della congregazione.
(M.T.)

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