Il lavoro che verrà: il radicale cambiamento del mercato del lavoro

Redazione Web

Il lavoro che verrà: il radicale cambiamento del mercato del lavoro

 

Rimini, 23 agosto 2021 – La Fondazione per la Sussidiarietà, con il sostegno di Philip Morris Italia, Bayer SpA, in Sala Ravezzi, affronta il nucleo tematico del ciclo d’incontri: i nuovi lavori del futuro. Partecipano: Mario Mezzanzanica, professore di Computer Science and Engineering, Università di Milano Bicocca; Sabina Nuti, rettrice Sant’Anna di Pisa; Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, e inoltre, in video dialogo, Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, e Luciano Violante, presidente emerito Camera dei Deputati. Hanno condotto Massimo Bernardini ed Enrico Castelli.

«Nell’elenco delle professioni che cambiano ci sono, accanto a tanti nuovi lavori alcuni lavori tradizionali: quale è il significato?». Con questa domanda viene aperto il dibattito e risponde subito Mezzanzanica: «Le professioni tradizionali permangono, ma devono adattarsi al cambiamento richiesto». Un video presenta Violante che intervista Cingolani e gli chiede quali siano i fattori limitanti dello sviluppo economico: «Non capire in tempo i cambiamenti», replica il ministro. «Gli artigiani e i lavori non di routine rimarranno. Spariranno i lavori di routine sia manuale che cognitiva e al momento non si sa come e quando». Incalzato da Violante su un esempio di lavori del futuro, Cingolani aggiunge: «Ci sarà il memory manager, che potrà essere un gestore del cloud o un gestore di forme di energie diverse; oppure l’ingegnere che con le stampanti 3D costruirà organi umani».

Bernardini chiede a Nuti come l’università si stia attrezzando: «La sfida è difficile, perché l’università è ancorata alla lottizzazione dei saperi e quindi non supporta la interdisciplinarietà, che è invece il motore del cambiamento. In questo senso l’università deve fare un grande salto. Il PNRR ci aiuta a ragionare molto in termini di aree di ricerca», chiosa la rettrice. E le imprese? Tomasi osserva che «per gestire e creare una rete autostradale complessa come la nostra è necessario avere e continuamente creare un sapere diffuso: digitalizzazione e sostenibilità sono i due pilastri su cui stiamo creando le nuove competenze».

Un altro tema dove si giocano nuove competenze è la cyber security e un video mostra quanto stia facendo Leonardo, la nota azienda italiana, su questo tema da cui si vede che l’evoluzione repentina e continua della pirateria informatica costringe a creare nuovi e sofisticati strumenti di formazione e addestramento del personale, come la piattaforma Cyber-trainer e quella Cyber-range per la creazione di nuovi e sfidanti scenari non ancora esistenti.

Mezzanzanica fornisce poi alcune informazioni su annunci di lavoro sul web in un dato lasso di tempo: «Il grafico mostra 270 professioni analizzate con 2.7 milioni di annunci in un tempo di 5 anni. Vengono considerati doti importanti del candidato la competenza digitale e le soft skills. Non si sa quali siano i lavori del futuro e allora le aziende scelgono persone in grado di adattarsi, di relazionarsi, di crescere in fretta su competenze specifiche».

Ma è anche importante capire a questo punto come la tecnologia cambia lavori esistenti. Nuti esorta: «L’università deve fare molto di più, ma occorrono nuovi metodi didattici e formativi per rendere flessibili gli studenti. E uno può essere quello di mettere gli studenti a contatto con esperienze molto diverse tra loro, con contesti sociali differenti». Un altro video mostra due situazioni diverse in cui due giovani laureati hanno applicato le loro conoscenze in campi diversi dall’argomento dei loro studi: un allevamento di mucche con controllo digitale della sala parto e un’azienda agricola con interazione automatizzata di acquacoltura e coltura idroponica. Reagisce Mezzanzanica: «Questi video mostrano l’importanza di adattare i saperi al contesto organizzativo aziendale. Ma in questo facciamo attenzione, perchè non c’è solo il problema di far crescere il giovane su un nuovo lavoro, ma anche quello del re-skilling dei senior». Riprende Nuti: «È la comunità la culla della creatività e del cambiamento accompagnato». Aggiunge Tomasi: «Quelle che abbiamo visto in video sono esperienze di due persone che hanno rischiato, quindi altra urgenza è far crescere la capacità decisionale ai giovani».

Castelli stimola la discussione con un nuovo video sul tema dell’ufficio del futuro dopo la pandemia: se da un lato le aziende cercano di fare rientrare il personale in sede, dall’altro cercano nuove tecnologie e soluzioni. Si adotterà una soluzione mista, in parte in presenza e in parte da remoto. Ma in questo modo ci sarà sempre qualcuno a casa e allora serve una soluzione di collegamento che superi Zoom e coinvolga maggiormente le persone. Mezzanzanica riassume: «La socialità è generatrice di creatività, adattamento e capacità di relazione è condizione di ricerca di personale per tutti i lavori, anche quelli specialistici», A sorpresa però Tomasi chiosa: «Attenzione, però i giovani scelgono per passione e non per previsioni di lavoro futuro». Gli fa eco Nuti: «Occorrono passione e apertura al confronto creativo». Conclude Mezzanzanica: «È fondamentale mettere a disposizione la conoscenza, è importante accompagnare le persone con diverse esperienze. Il lavoro è sempre meno un posto e sempre più un percorso».

(A.L.)

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