Incontro al futuro: Africa e nuove tecnologie

Sofia Bronzetti

LA GIOVINEZZA DEMOGRAFICA DELL’AFRICA  LA RENDE’ ADATTA A  SFRUTTARE LA RIVOLUZIONE DIGITALE

 

Rimini, sabato 22 agosto – Giacomo Ciambotti, research fellow ALTIS, Università Cattolica e E4Impact Foundation, ha introdotto l’incontro cui hanno partecipato, da remoto,  Andrea Cozzolino, eurodeputato del Partito Democratico, presidente della Delegazione per il Maghreb del Parlamento Europeo; Letizia Moratti, presidente E4Impact Foundation; Bitange Ndemo, professor of Entrepreneurship at the University of Nairobi’s Business School.

Ciambotti ha esordito illustrando cosa sia Fondazione E4Impact, che nasce all’interno dell’Università Cattolica da un progetto del prof. Mario Molteni e si occupa di formazione imprenditoriale in Africa supportando un network di università africane e di imprenditori sociali.

A Ndemo è stato domandato che ruolo hanno le tecnologie e le innovazioni per le grandi sfide che si pongono al continente africano. «Ci sono molti cambiamenti in corso in Africa», ha spiegato. «Il continente infatti non ha partecipato alle prime due rivoluzioni industriali, ma la terza gli sta portando grandi opportunità e cambiamenti senza precedenti». Infatti, ha continuato Ndemo, molti paesi africani stanno facendo leva sulla tecnologia per offrire servizi migliori ai cittadini e gli stessi social media, con le possibilità di comunicazione che offrono, costituiscono un indiretto strumento di lotta alla corruzione. «La quarta rivoluzione industriale è fatta per l’Africa, che oggi è vista come un paese emergente».

A Moratti, Ciambotti ha chiesto di raccontare quale sia l’esperienza di E4Impact nel supporto allo sviluppo dell’imprenditorialità in Africa e quali siano i fattori che aiutano lo sviluppo di esperienze imprenditoriali. «E4Impact è nata dall’esperienza fatta durante le mie missioni per la candidatura di Milano all’Expo», ha spiegato la relatrice, la quale ha fatto rilevare che in Africa vi è un tasso di imprenditorialità del 22%, molto alto. «Questo ci ha convinto a sviluppare una piattaforma di lavoro in un ventina di paesi africani, che forma imprenditori con metodologia innovativa, che consente ai giovani di presentare progetti poi selezionati». Negli anni, ha continuato, sono stati formati oltre 1000 imprenditori con la creazione di 10mila posti di lavoro. Secondo Moratti, tre sono i fattori di successo di una iniziativa: la sostenibilità, il collegamento con le università ed il nesso tra imprese europee ed africane. Moratti ha citato come esempi di successo un progetto in collaborazione con Confindustria, che ha creato una piattaforma in cui sono oggi presenti 200 imprese africane; una sinergia tra la italiana OPENET TECHNOLOGIES ed un’azienda keniota, che hanno creato un sistema satellitare che indica il momento migliore per trattare le colture di rose keniote; una divisione di CNH che ha sviluppato una fattoria didattica in cui sono stati testati motori per l’irrigazione; ed infine una piccola azienda produttrice di mango keniota in contatto con imprenditori bergamaschi, per la distribuzione di  mango essiccato.

Ciambotti ha poi sollecitato il Cozzolino a spiegare il ruolo delle istituzioni europee nel supportare la collaborazione internazionale per lo sviluppo di tecnologie emergenti in Africa. «Noi oggi discutiamo di un aspetto dell’Africa inusuale», ha spiegato il relatore, perché il continente pone una doppia sfida, dovuta al fatto che lì si concentra la maggior parte della gioventù del mondo e perché la rivoluzione digitale e tecnologica sta mettendo in discussione i vecchi assetti e avviando una profonda trasformazione sociale. L’Europa, secondo Cozzolino, deve fare in modo che la gestione di questi fenomeni non sia lasciata solo a privati, ma sia affiancata dalle istituzioni pubbliche, in modo da garantire il diritto alla connessione al maggior numero possibile di utenti.

Ciambotti è poi tornato ad interrogare Moratti su quale futuro veda per l’Africa e su che ruolo occorrerà dare all’educazione nel prossimi anni. «Educazione e tecnologie sono davvero strettamente collegate», ha detto l’ex ministro dell’Istruzione, «perché le nuove opportunità offerte da queste sono fondamentali per lo sviluppo imprenditoriale africano». Quanto all’istruzione, ha continuato, in Africa non mancano università, ma devono essere aiutate a migliorare; per questo, ha detto, «inseriamo docenti africani nei nostri corsi, sviluppiamo reti tra università africane e ci impegniamo a formare tecnici locali, che possano applicarsi nelle imprese africane».

A Ndemo, Ciambotti ha chiesto che opportunità veda all’orizzonte. Il professore ha riferito che il settore privato è in prima linea nello sviluppo tecnologico e quindi economico africano, il numero di hub tecnologici in Africa è in costante aumento, ed un buon sostegno viene anche da settori pubblici. Quanto al futuro, qualsiasi problema  può fornire una opportunità imprenditoriale, quindi l’Africa  coi suoi tanti problemi offre grandi opportunità.

Ciambotti ha chiesto a Cozzolino di riferire quali investimenti stia facendo l’UE in Africa e su quali punti bisognerà maggiormente lavorare. L’onorevole ha fatto notare che in Europa ferve la discussione sul bilancio per i prossimi sette anni. È proprio attraverso la programmazione di bilancio, che si potrà intervenire: è allo studio la unificazione in unico strumento dei fondi (circa 30-35 miliardi di euro) di intervento europei per lo sviluppo dell’imprenditoria africana, che saranno focalizzati in digitalizzazione, ecologia, lotta alla povertà. È anche importante l’esperimento avviato con Algeria e Tunisia per un interscambio di studenti simile ad Erasmus.

 

(C.C.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

 

 

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