Sigarette elettroniche: rischio modificato o danno minore?

Sofia Bronzetti

Rimini, 24 agosto – Oggi in Arena Meeting Salute C3 si è discusso di un tema tanto attuale quanto complesso: quello del confronto scientifico sul peso dei danni causati dalle sigarette tradizionali rispetto a quelle elettroniche. Luciano Onder, giornalista, ha introdotto il dibattito con un’analisi dei danni effettivi che il fumo provoca sulle persone. Nel nostro paese il 22 per cento degli abitanti fuma regolarmente e, ogni anno, 80 mila persone perdono la vita a causa di questa dipendenza. A livello mondiale, i fumatori sono un miliardo e quelli che muoiono otto milioni. Dati allarmanti che fanno riflettere sulla gravità della situazione attuale e sulla necessità di trovare soluzioni efficaci. Esiste una proposta cosiddetta del “minor danno”, la sigaretta elettronica, prodotto che permette l’assunzione di nicotina eliminando la combustione.

Innanzitutto ci si è chiesti: «Il fumo è solo un vizio o una malattia vera e propria?». Alla domanda ha risposto Maria Caterina Staccioli, Ausl Romagna, dipartimento Dipendenze patologiche, centro Dipendenze alcool-fumo, ospedale Infermi di Rimini: «Il tabagismo è un problema di dipendenza e, perciò, una patologia allo stesso livello di altre. Il fumatore allora non ha un vizio, è un malato che va curato». Come per qualsiasi dipendenza è importante la presa di coscienza da parte del paziente del proprio problema. Il medico ha quindi il compito di guidarlo in questa consapevolezza, dialogando con lui.

«Finché una persona non si ammala pensa sempre che la malattia non le appartenga mai», ha sottolineato Francesco Riva, odontoiatra, già direttore unità operativa complessa chirurgia odontostomatologica, ospedale odontoiatrico George Eastman di Roma. Spesso ci convinciamo di essere immuni alle patologie, che sembrano colpire sempre gli altri e mai noi. Dobbiamo invece renderci conto che siamo tutti vulnerabili, soprattutto i fumatori. Infatti, come ha ricordato Roberto Boffi, Istituto nazionale dei tumori di Milano, responsabile della pneumologia e direttore del centro antifumo: «L’85 per cento degli ammalati di tumore al polmone sono fumatori. Il 30 per cento delle persone ricoverate all’istituto sono lì a causa del fumo e, infine, quasi tutti i tumori sono più frequenti nei fumatori». Il quadro è drammatico e, per questo motivo, si cercano proposte alternative alle sigarette tradizionali anche solo per ridurre il danno causato dalle stesse. La soluzione per molti sembra essere l’assunzione di nicotina senza combustione con le sigarette elettroniche. «Ma il danno è davvero minore?», ha chiesto Onder.

Secondo Boffi: «Il rischio zero non esiste», dove rischio zero significa zero danni. «Le sostanze cancerogene sono presenti anche nei liquidi delle sigarette elettroniche, soprattutto sotto forma di metalli pesanti come il nichel», ha continuato. Al contrario Umberto Tirelli, direttore centro tumori, stanchezza cronica, fibromialgia e ossigeno-ozonoterapia, clinica tirelli medical group, Pordenone ha sottolineato come la sigaretta elettronica contenga sì sostanze tossiche, ma inferiori in quantità e qualità rispetto a quelle contenute nelle sigarette tradizionali. Tutti, comunque, hanno auspicato un maggiore impegno da parte dello Stato nella lotta contro il fumo. Alcune soluzioni potrebbero essere l’aumento del prezzo delle sigarette, ulteriori leggi anti-fumo, un maggiore sostegno ai centri anti-fumo e alla ricerca indipendente.

 

(C.B.D.L.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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