99. Fondazioni per un mondo che cambia

Press Meeting

“Questo ciclo di incontri è il primo tentativo che viene fatto al Meeting di mettere a confronto l’attività di diverse fondazioni che operano principalmente nel settore del welfare e delle politiche sociali”.

Letizia Bardazzi, della Fondazione per la Sussidiarietà, ha introdotto così questo incontro nel quale i due relatori presenti hanno raccontato l’attività delle rispettive fondazioni di appartenenza.
Il primo ad intervenire è stato Joseph R. Wood, Senior President Fellow del German Marshall Fund degli Stati Uniti, che è stato collaboratore del vicepresidente Dick Cheney nella scorsa amministrazione e che si occupa principalmente di politica estera e delle relazioni transatlantiche.

“Lo scopo principale della fondazione in cui lavoro è influenzare le politiche pubbliche statunitensi”. La fondazione, creata nel 1973 grazie ai fondi avanzati dal piano Marshall, ha contribuito a migliorare i rapporti transatlantici svolgendo prevalentemente tre attività fondamentali: “Favorire le relazioni e l’incontro tra le persone attraverso incontri e convegni, finanziare alcune opere e attività di sviluppo (in particolare in Europa centrale) e sviluppare ricerche e pubblicazioni su un’ampia gamma di ambiti, sempre in un’ottica transatlantica”.

Wood ha parlato nello specifico della situazione di Washington, dove sono presenti una molteplicità di fondazioni che svolgono spesso attività simili e il cui scopo ultimo è quello di “influenzare la politica creando luoghi e momenti di dibattito sulle diverse tematiche su cui operano le fondazioni”. Oltre alle attività positive svolte dalle fondazioni ci sono anche difficoltà con cui confrontarsi, tra cui l’investimento su idee non buone oppure la scarsa trasparenza di alcuni flussi finanziari a supporto delle diverse attività.

È seguito l’intervento di John Samples, direttore del Center for Representative Government al Cato Institute di Washington, la cui area di analisi principale è la politica interna americana. “Al Cato Institute cerchiamo di offrire alternative sulle diverse aree di attività politica”, ha affermato Samples, che dopo aver fornito un quadro di riferimento della politica americana degli ultimi decenni (“con la presidenza Obama si sta tornando ad un accentramento del potere politico dopo un periodo in cui era prevalso il decentramento”) ha concentrato la sua attenzione sull’analisi della società civile americana.

“Gli americani hanno sempre cercato di creare associazioni per rispondere ai loro bisogni. Negli Usa è molto presente ed importante l’attività filantropica, anche perché ci sono vantaggi fiscali notevoli”. Uno dei problemi che vede Samples per il prossimo futuro riguarda il fatto che “gli Usa avranno sempre più problemi fiscali ed un eventuale aumento delle tasse potrebbe limitare queste attività filantropiche che, secondo me, sono fondamentali e vanno rafforzate perché contribuiscono al bene comune”. Una concezione del ruolo attivo della società civile che, secondo Bardazzi, anche in Italia va promossa sempre più.

(M.C.)
Rimini, 25 agosto 2010