53. Marija Judina. La musica di Dio

Press Meeting

Dopo lo spettacolo di lunedì sera, la pianista russa Marija Judina è ancora grande protagonista della giornata odierna del Meeting, come dimostra la grande affluenza di pubblico che ha partecipato all’incontro di presentazione del film documentario sulla sua vita delle ore 11.15 in sala A4.
L’incontro si è svolto attraverso la visone di spezzoni del film inframmezzati dalle testimonianze sulla vita dell’artista di Jakov Nazarov, regista del film e nipote della Judina e di Marina Drosdova, allieva della pianista.
Il documentario presenta la biografia della Judina attraverso la descrizione dei momenti salienti della sua vita che emergono anche dalle diverse testimonianze delle persone che l’hanno incontrata e dalle lettere che la pianista ha scritto ad amici nel corso della sua vita. Tutto il materiale utilizzato per la realizzazione del video è originale ed è stato recuperato dopo anni di lavoro e di ricerche. Dal momento che non esistono immagini che ritraggono la Judina mentre suona e che sono poche le registrazioni delle sue performance si intuisce il valore di questo documentario.
Marija Judina, nata nel 1899, è stata una delle più importanti pianiste russe del Novecento che, nel corso della sua vita, a causa della sua fede ortodossa e per il suo amore verso compositori contemporanei considerati non graditi al regime, fu licenziata dal Conservatorio di Mosca dove insegnava e fu molto limitata nella sua attività di musicista. Il suo enorme talento fu però apprezzato anche da Stalin e questo le evitò il confino e i Gulag. La Judina morì nel 1970.
“La sua arte nasceva dal cuore di Dio – dice di lei il nipote Jakov Nazarov – non le interessava il potere o la notorietà. Per lei l’arte, la vita e la musica erano una cosa sola, legati in modo inscindibile alla bellezza suprema che è quella di Dio”. Giovanna Parravicini, della Fondazione Russia Cristiana, ricorda come nonostante la Judina in vita abbia tenuto solo due tournee all’estero ripeteva spesso questa frase: “Io vivo in un anello di simpatia mondiale”, affermazione che descrive bene la coscienza della pianista di sentirsi legata ad ogni uomo, come dimostrano le innumerevoli azioni di carità e di sostegno agli amici e ai bisognosi riportati nel video.
Anche dalle parole della Drosdova, sua allieva e poi collega, si percepisce l’eccezionale umanità di questa artista: “Lei ci coinvolgeva nella sua vita, non solo nella musica. Partecipava alla vita in tutta la sua pienezza. Non era una virtuosa della musica: ciò che le interessava era cogliere il pensiero che stava sotto alle composizioni musicali per leggerlo e interpretarlo grazie alla sua fede”. Proprio questo “legame tra fede e musica la rendeva grande, più che la sua pur eccelsa abilità tecnica”.

(M.C.)
Rimini, 24 agosto 2010