Scuola: che fine ha fatto la ragione?

Press Meeting

La grande Sala A3 non è stata in grado di contenere la marea di gente, in prevalenza studenti delle Scuole superiori, accorsa all’appuntamento, e gli organizzatori del Meeting hanno dovuto predisporre la possibilità di seguire l’incontro anche da altri luoghi di Rimini Fiera: si è riempito, dunque, anche il grande spazio circolare sotto la cupola, all’ingresso Sud.
Il tema oggetto dell’attenzione era: “Scuola: che fine ha fatto la ragione?”. Ha introdotto e coordinato Elena Ugolini, Preside del Liceo “Malpighi” di Bologna. Insieme a lei, sul palco, Chris Bacich, insegnante di New York, Luca Doninelli, scrittore e giornalista, Giorgio Pontiggia, Rettore dell’Istituto “Sacro Cuore” di Milano. L’appuntamento si è configurato come un momento di lavoro e di dialogo, come un’assemblea in cui gli ospiti sul palco reagivano e fornivano risposte a racconti e domande proposti da alcuni studenti e da un insegnante.
“Perché il nostro incontro ha questo titolo così provocatorio?”, ha esordito la professoressa Ugolini: “la scuola è il luogo dove la ragione dovrebbe essere aiutata ad emergere in tutte le sue domande. Ma la nostra esperienza documenta che spesso questo non succede”.
Uno studente, Mattia, racconta la prolusione traumatica, d’inizio d’anno, del suo insegnante di Filosofia, soprattutto col riferimento a Nietzsche che “annienta tutti i capisaldi del pensiero occidentale”; Elia riferisce la sua esperienza, a partire dall’amicizia con una compagna si è appassionato alla matematica, e chiede suggerimenti per accostare le altre materie per lui ancora ostiche; Giulia parte da un’assemblea di Istituto incentrata sui temi “omosessualità, pacs e famiglia”, poi chiede: “ma la scuola deve solo ‘informare’?”; Jacopo conclude un singolare racconto domandando: “Come mai gli insegnanti vogliono che ci esprimiamo, ma poi pretendono che lo facciamo come dicono loro?”: in soldoni: se il mio compagno ha potuto recitare, in classe, i suoi versi sul proprio cane morto, perché i miei versi sulla morte di don Giussani hanno dovuto fare una strana via crucis per poter essere pronunciati? E via discorrendo …
Luca Doninelli rispondendo a Mattia: “Mi ha fatto sussultare la tua frase: ‘Non sarei riuscito ad obiettare niente a quelle teorie, a parte la mia esperienza”. Come dire: l’esperienza è il punto decisivo! Prosegue infatti lo scrittore: “Nessuna ragione ha senso se non ha rapporto con quello che io vivo nell’esperienza”.
Chris Bacich ha il compito di replicare al fiorentino Elia: “Costa fatica affrontare le varie materie di studio. Ma la fatica fa parte della vita. Allora la domanda diventa questa: la vita ha tanta bellezza da giustificare la fatica? Se tu hai intuito che Gesù di Nazareth è il tuo compimento diventa davvero interessante cercare di capire il nesso tra Lui e tutte le cose”.
Giorgio Pontiggia interloquisce con Giulia, di Busto Arsizio. “Mi sono venuti i brividi a leggere la tua lettera e a pensare dove siamo arrivati: si ripete che ‘tutto è convenzionale’! La realtà non è ‘convenzionale’, è convenzionale ciò che non è vero; reale e vero, come ci ha insegnato don Giussani, sono scambiabili. Conoscere non vuol dire inventare la realtà, ma evidenziarla. Come ha detto J. Guitton, ‘ragionevole designa colui che sottomette la propria ragione all’esperienza’”.

Sono solo alcuni accenni di un dialogo che è durato quasi due ore e che ha documentato un movimento educativo in atto in mezzo alle contraddizioni della scuola.
Rispondendo ad un’altra domanda, Giorgio Pontiggia ha citato un aforisma d’autore: “La nave è in mano al cuoco di bordo. Ciò che ripete il megafono non è più la rotta, ma il menù del giorno”. Ha quindi concluso:”Noi vogliamo che la nave riprenda a veleggiare, verso la rotta della nostra umanità”.