Nuove imprese, nuovo sviluppo?

Press Meeting

Di “Nuove imprese, nuovo sviluppo?” hanno discusso questo pomeriggio al Meeting Giuseppe Ranalli, Amministratore delegato di Tecnomatic spa, Alberto Tacchella, Presidente UCIMU, Adriano De Maio, Presidente IRER e Matteo Colaninno, Presidente dei Giovani Imprenditori e Vice Presidente Gruppo Piaggio. Ha coordinato l’incontro Raffaello Vignali, Presidente Compagnia delle Opere, che ha iniziato citando Adam Smith, secondo cui i fattori di produzione di un’impresa sono capitale, terra e lavoro, e paragonandolo a Carlo Cattaneo, per il quale invece i fattori determinanti sono l’intelligenza e la volontà degli uomini: intelligenza e volontà che sono anche i fattori costitutivi della libertà di cui si parla nel titolo del Meeting. Vignali ha poi chiesto ai relatori di concentrarsi su tre temi: innovazione, rendite finanziarie e crescita.
Giuseppe Ranalli ha raccontato di come sia cambiata la sua concezione del ruolo di imprenditore a seguito dell’incontro con la Compagnia delle Opere: se prima pensava al suo lavoro come un modo per risolvere i problemi dei clienti, ora lo vede come un’occasione per rendere più bello il mondo. Il fattore su cui ha concentrato maggiormente l’innovazione nella sua impresa è quello della formazione, che è permanente e ha per oggetto sia le conoscenze, il sapere, che le competenze, il saper fare, come ormai pochi fanno nel mondo del lavoro. La responsabilità non è un problema di organizzazione ma di serietà verso il proprio lavoro.
Tacchella ha ricordato che il settore dei macchinari italiano è il terzo al mondo, dietro a Germania e Giappone, e uno dei pochi che al momento gode di buona salute. Qual è il segreto? Innovazione a 360 gradi, a tutti i livelli dell’azienda, del prodotto, dei processi di produzione e di vendita, dell’assistenza e, ultimo ma non meno importante, anche della comunicazione.
De Maio ha fatto un veloce riassunto dei settori italiani attualmente in crisi (tessile, arredamento, meccanica) e proposto interventi immediati per dare un po’ di respiro mentre si penserà a una decisa rivoluzione. Affinché questa rivoluzione sia efficace, la risorsa più importante è il capitale umano. L’innovazione inoltre deve essere ad alto livello, e se in Italia manca la spinta pubblica alla ricerca nei settori storicamente trainanti (difesa e aerospaziale) occorre concentrarsi su altro, su nuove frontiere: ad esempio salute e ambiente. Parlando di finanza, ha ricordato infine che le risorse economiche sono uno strumento, non un fine.
Colaninno ha individuato due percorsi per l’innovazione a tutto campo: ridurre gli sprechi, come hanno fatto le più grandi imprese americane, e sfruttare i benefici della globalizzazione, che rende più facilmente disponibile la tecnologia produttiva. Ha auspicato da ultimo che il settore manifatturiero, l’unico che può trainarci fuori dalla crisi, torni ad occupare un ruolo centrale nelle decisioni di politica economica: non potendo più fare leva sul debito pubblico, si dovrà fare pressione sulle rendite finanziarie..

F.T.
Rimini, 22 agosto 2005