

Mario fa il volontario alle casse e parla del Meeting come di un luogo eccezionale dove si fa una bellissima esperienza di servizio alla persona. Mario si è sentito accolto, e vedere l’attenzione che gli altri hanno avuto per lui ha fatto emergere il fascino di lavorare insieme, tutti per lo stesso scopo. Anche sua moglie Rosaria ha fatto la volontaria alle casse e questo le ha fatto percepire il Meeting come “suo”.
Mario sottolinea l’importanza che ha rappresentato per lui la provocazione di diventare volontario 3 anni fa, poiché ha cambiato la modalità di vivere il Meeting a cui partecipava da anni. “Mi godo di più il Meeting” dice Mario “Sembra un paradosso ma fare il volontario mi fa sentire sempre più protagonista di questa meravigliosa opera”. Quest’anno Mario è coinvolto anche nella moderazione dell’incontro “Ansiosi o assetati? Giovani in cerca di senso”, del 27 agosto, che vuole iniziare una riflessione sul disagio giovanile per cogliere le ragioni dei tanti cambiamenti che sta vivendo la generazione dei giovani d’oggi, per provare a capire come poter intervenire da adulti. Per Rosaria, che partecipa da tempo al Meeting, il punto di svolta è stato il Villaggio Ragazzi. Accompagnando lì i figli ha capito che il Meeting è un’esperienza bella per tutti, perché coinvolge ogni fascia di età. Le proposte del Villaggio Ragazzi, laboratori, incontri, mostre e spettacoli, fanno sentire parte di quello che accade al Meeting, con contenuti declinati anche per i più piccoli. Rosaria racconta che l’esperienza del lavoro volontario è stata importante perché l’ha portata ad una partecipazione attiva, a vivere l’opera del Meeting come qualcosa che anche lei costruisce.
Per Mario il cuore del Meeting è la possibilità di un dialogo libero, dove l’approccio è un pregiudizio positivo nei confronti dell’altro, guardato come un bene per sé. È da questa apertura all’altro che inizia e si svolge un dialogo intenso in cui ognuno può dare il proprio contributo. Che il primo incontro del Meeting sia “Madri per la pace” è per Mario molto significativo perché evidenzia come il Meeting sia un vero luogo di dialogo dove andare al fondo di quello che accade, e capire come queste due madri, passate attraverso la sofferenza, hanno trovato dentro di essa la forza per guardare l’altro in modo nuovo.
Rosaria pensando alle parole di Papa Leone XIV sull’unità e sulla missione sottolinea che “Il Meeting è questa unità che permette una costruzione comune e lancia tutti verso la missione, portando a tutti e a me il bene di cui si ha bisogno per vivere”.
Mario e Rosaria danno il loro contributo al Meeting oltre che con il lavoro volontario anche come donatori. Coinvolgersi fino a dare il proprio contributo economico, ognuno con quel che può, per Mario e Rosaria significa desiderare che il Meeting sia sempre più parte della propria vita e testimoniare quanto si abbia a cuore questa bellissima opera. Per Mario il sostegno al Meeting è un’educazione a far sì che ciò che si vive a Rimini possa diventare parte della propria modalità di affrontare la realtà.









