Uno ti aspetta. Dino Buzzati e l’esperienza educativa dei Colloqui Fiorentini

Redazione Web

Uno ti aspetta

Dino Buzzati e l’esperienza educativa dei Colloqui Fiorentini

Rimini, 20 agosto 2022 – È davvero una passione per l’uomo, quella che è sembrata emerge­re dagli interventi dei relatori dell’incontro “Uno ti aspetta. Dino Buzzati e l’esperienza edu­cativa dei Colloqui Fiorentini”. Si è trattato di un confronto tra insegnanti e studenti, che da anni si coinvolgono nei Colloqui Fiorentini. Un’esperienza nata dalla proposta di insegnanti che si son sentiti illuminati da un modo nuovo di fare scuola. «Noi non abbiamo cominciato per fare un panegirico sulla letteratura», dice il presidente dell’Associazione Diesse Firenze e Toscana e fondatore dei Colloqui, Gilberto Baroni, «ma siamo partiti da un avvenimento che ci ha raggiunto. Avevamo tra le mani una cosa nuova, un segreto che a noi era stato rivelato, e quel segreto, quel modo nuovo di vivere, abbiamo voluto comunicare».

La percezione che si ha di questo modo nuovo di fare scuola è che sovverta tutta una certa impostazione culturale. Se scuola è fare l’analisi del testo, ai Colloqui con l’autore si comuni­ca una esperienza agli studenti, che diventa la possibilità di un confronto tra umanità diverse che nel tempo diventa scoperta di sé, come racconta Tommaso Pagni Fede, docente di ita­liano, del direttivo Colloqui Fiorentini, che, prima da studente e poi da insegnante, partecipa da anni a questo evento.

A testimoniare un modo nuovo e diverso di accostarsi alle pagine di grandi autori – come Buzzati e come sarà nel prossimo corso dedicato a Calvino – sono anche gli studenti Sara Ri­va e Michele Spissu, per cui il coinvolgimento nell’esperienza dei Colloqui è diventato un «punto luminoso» e decisivo anche per le loro successive scelte relative ai propri percorsi formativi e di vita.

Pagine di Buzzati, come quelle lette dal direttore dei Colloqui e docente di italiano e latino Pietro Baroni, evidenziano come nello scrittore bellunese si agitasse una domanda senza fine rivolta alla speranza e alla bellezza, che muovono, che agitano ogni giorno il cuore dell’uomo, che lo riconducono ogni sera a vivere la struggente attesa che nasce dalla contemplazione della realtà. Contemplazione che tuttavia non annulla la nostalgia di un uomo che nella sua dimensione più autentica si affaccia sul mistero ed è ancora capace di guardare verso quelle stelle che sono oltre la caligine della città.

(M.T.)

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