Sviluppo sostenibile e conflitto: la sfida dell’Africa

Press Meeting

L’azione nei confronti dell’Africa deve trovare il suo cardine nella condivisione della responsabilità tra i Paesi coinvolti per garantire uno sviluppo economico duraturo, basato sulla valorizzazione delle risorse umane ed ambientali del continente africano. Così si è espresso Corrado Clini, Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio, che introducendo l’incontro ha presentato l’iniziativa di partnership Nepad e le modalità con cui l’Italia sta affrontando il problema degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo.
Il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio Altero Matteoli ha delineato i punti cardine dell’azione italiana in Africa, sottolineando la necessità del superamento del conflitto di priorità tra ambiente e sviluppo. Il ministro ha chiarito, portando l’esempio della cooperazione italo-algerina, la possibilità di considerare l’ambiente come risorsa per lo sviluppo.
Il ministro della Gestione del Territorio e dell’Ambiente algerino Chèrif Rahmani ha invece tracciato un’immagine realisticamente preoccupata della situazione del continente africano. Ha indicato come principali rischi l’imperversare dei conflitti territoriali ed etnici e la necessità di preservare e valorizzare l’ecosistema e le risorse naturali, temi di cui ha accuratamente analizzato l’intreccio e le dinamiche interne.
Il rappresentante personale del Presidente del Consiglio dei Ministri per l’Africa, Alberto Michelini, ha chiarito il piano d’azione dell’Italia nei confronti dell’Africa, ribadendo la necessità di una condivisione delle responsabilità da parte dei Paesi coinvolti e definendosi ottimista nei confronti dei cambiamenti in atto nel continente, che stanno vedendo l’emergere di corpi intermedi all’interno della società civile.
Amilcare Boccuccia, Direttore della Sector Hagaz Agricoltural School, ha contribuito al dialogo alla luce dei suoi 37 anni d’esperienza nel continente africano. Boccuccia ha sottolineato che la possibilità di sviluppo è legata al raggiungimento della pace e che “ogni forma di paternalismo tra nazioni ha sempre creato e continuerà a creare nuovi conflitti”.
Il Direttore del Ministero dell’Ambiente e della Protezione della Natura del Senegal Pàthe Baldè ha analizzato con attenzione il quadro della situazione attuale in Africa, ribadendo la necessità salvaguardare la vita e l’ambiente e di favorire l’integrazione di fronte al persistere di sanguinose guerre civili.
Il Segretario Generale della Fondazione AVSI Alberto Piatti, forte dell’esperienza nella Ong da lui rappresentata, ha sottolineato con un aneddoto che “conflitto e sviluppo si ricompongono nella persona”. “La grande emergenza è l’educazione” – ha continuato Piatti – “la coscienza di essere unici e irripetibili di fronte al Creatore. Per questo bisogna avere come interlocutore principale l’embrionale società civile africana e i suoi corpi intermedi”.
Il responsabile della Venice International University Ignazio Musu ha ribadito, che affinché la partnership vada a buon fine bisogna risolvere i problemi aperti, individuati nelle politiche ambientali e nella restituzione delle risorse, troppo a lungo sfruttate a solo vantaggio dell’Occidente. Punto cardine di ogni azione, ha concluso Musu, deve essere la creazione del capitale umano.
M.P.
Rimini, 23 agosto 2005