“Sulle spalle dei giganti.

Press Meeting

La scienza moderna ha avuto realmente origine nel Seicento? I secoli precedenti – il Medioevo in particolare – non avrebbero offerto al pensiero scientifico nessun contributo rilevante, come vuole l’interpretazione stereotipata della storia della scienza?
Questo il tema dell’incontro a due voci, che ha avuto come protagonisti Peter Hodgson, fisico nucleare, cinquant’anni di attività di ricerca teorica e sperimentale nel settore, docente per molti anni all’Università di Oxford e attualmente consulente del Pontificio Consiglio per la Cultura, e Marco Bersanelli, astrofisico, impegnato attivamente nella missione Planck per lo studio della radiazione di fondo cosmica, autore del recente testo “Solo lo stupore conosce” (BUR). A moderare il dibattito Mario Gargantini, direttore della rivista Emmeciquadro.
L’incontro è stato anche un’occasione per proporre all’attenzione di tutti la Mostra omonima, realizzata a cura dell’Associazione Euresis. L’idea? Rileggere un periodo in cui, secondo i relatori, si sono poste le basi per la nascita della scienza moderna, con un fervore di creatività e di passione per la realtà che fecero del Medioevo un tempo certamente fecondo. È l’opinione del resto anche di autorevoli storici della scienza, che hanno elencato i numerosi contributi apportati dal Medioevo al costituirsi della scienza moderna: tra questi l’idea stessa di spiegazione scientifica, una diversa impostazione del problema dello spazio e del moto, i concetti di casualità, necessità e contingenza. Ma come è stato possibile tutto ciò? Certamente – ha affermato Hodgson – per un insieme di condizioni favorevoli che si sono verificate solo nel contesto europeo e al quale non sono estranee le radici cristiane dell’Europa. La tradizione medievale tutta – e Bersanelli ne ha dato delle suggestive esemplificazioni rileggendo i Canti introduttivi del Paradiso di Dante – ha sottolineato l’importanza di alcune condizioni che permettono l’impresa scientifica odierna: che la natura si presenta come ordinata e dunque aperta alla indagine razionale e che per una seria indagine sulla realtà l’osservazione deve prevalere sul pregiudizio. La genialità degli studiosi medioevali ha posto dunque le fondamenta per l’esistenza di una scienza moderna, quale la conosciamo oggi. Ricordando la crisi che la scienza attualmente attraversa, testimoniata anche dal calo delle iscrizioni nelle facoltà scientifiche, Bersanelli ha suggerito che la ragione è legata alla perdita del gusto della realtà come dato, come dono, e che dunque comprendere le fondamenta su cui la scienza è stata costruita è una condizione essenziale per la sua ripresa. Un compito non solo per gli specialisti, ma per chiunque abbia a cuore un giudizio più profondo sulla realtà: molti, a giudicare dal numeroso pubblico che ha seguito con attenzione l’incontro.

F.R.

Rimini, 22 agosto 2005