Sport: donne e uomini che fanno la storia

Press Meeting

Rimini, sabato 25 agosto – L’ultimo giorno dell’edizione 2018 ospita al Meeting l’incontro “Sport: donne e uomini che fanno la storia”, che ha avuto luogo alle 15 presso il Salone Intesa Sanpaolo A3 come sintesi del percorso proposto dalla mostra “Enjoy the game”.

L’introduzione è del coordinatore Giovanni Gazzoli, che ha evidenziato come la scelta di affrontare in modo così diffuso questo tema sia dovuta al fatto che, seppur con grandi sacrifici, “lo sport rende contagiosi: contagiosi di vita e di felicità e aiuta l’uomo ad essere sé stesso”.
La parola, quindi, è passata a Giovanni Bruno, direttore responsabile di Altri sport di Sky, che ha introdotto gli ospiti: Giovanni Malagò, presidente del CONI, Andrea Lucchetta, campione mondiale di pallavolo, Sara Cardin, katateka, Francesca Lollobrigida, pattinatrice, e Francesco Marrai, campione di vela.

Malagò si dice felice ed orgoglioso di poter partecipare ad eventi pubblici in compagnia degli atleti, “poiché – tiene a sottolineare – lo sport non esisterebbe senza di loro”. Il percorso di questi ultimi, così come quello del CONI, si snoda sul territorio, con i tanti piccoli e grandi attori locali che contribuiscono allo sviluppo di una vera e propria cultura delle diverse discipline, in una policromia che contraddistingue nettamente e positivamente la realtà italiana rispetto al panorama europeo e internazionale.

Prima di dare la parola agli atleti viene proposto “Rule yourself”, un breve video che vede protagonista Michael Phelps, e che testimonia la fatica e i sacrifici che stanno dietro al raggiungimento di ogni traguardo.
Francesca Lollobrigida, partita dal pattinaggio su terra sotto la guida del padre-allenatore, racconta delle trasferte del fine settimana a Balsegna di Pinè, in Trentino, per potersi convertire alle gare di velocità su ghiaccio, specialità in cui oggi si cimenta. Riprendendo qualche passaggio del video osserva: “Di fronte ad un grande obiettivo nemmeno il sonno è tranquillo: si è tutti tesi a pensare come raggiungerlo”.

Un punto, questo, subito ripreso da Lucchetta: “Nella vita degli atleti tutto è unito, e si riconnette in vista della gara. Quando ti vengono date delle responsabilità, non si tratta solo di essere il capitano, ma di avere carisma rispetto a quel che accade nel gioco, anche di fronte alla sconfitta”.
Il fatto che possano maturare questi percorsi umani è spunto di riflessione per Malagò, che aggiunge: “Io sogno che al mio posto vengano presto degli atleti. Non basta però essere delle eccellenze sportive per migliorare il CONI, serve formazione amministrativo-manageriale, e in questo senso il Comitato, così come molti enti universitari, si sta già muovendo”.

Sara Cardin, parteciperà per la prima volta alle prossime Olimpiadi di Tokyo, dopo il riconoscimento della propria disciplina nelle competizioni dei cinque cerchi. “Sto lavorando a questo sogno sin da quando ero piccina – racconta – e non sempre è stato facile. Se ti appassioni ad uno dei cosiddetti ‘altri sport’ ti devi pagare i costi delle gare perché gli sponsor non ci sono. Ma è lì che mi sono davvero appassionata: cominci ad amare la fatica perché, mentre la fai, stai sognando qualcosa di più grande e gli stai andando incontro”.
Arriva il turno di Marrai, giovane che è arrivato ai giochi di Rio de Janeiro del 2016 per le specialità velistiche, partendo da un’infanzia alle prese con la pallacanestro. “Perché la passione per lo sport – precisa subito – è innanzitutto una passione per gli sport”. Anche lui intravede nella competizione il bisogno di quella che definisce una spiritualità, qualcosa che aiuti a stare di fronte al programma di allenamenti giornaliero in una prospettiva di senso. “Quando arriva il momento della gara, infatti, ti tornano davanti agli occhi tutti i momenti che ti hanno portato fino a lì e desideri dare il meglio. È questo il motivo che mi spinge a desiderare di arrivare sempre più in alto, magari entrando a far parte del team italiano di ‘Luna Rossa’ in vista della Coppa America”.

Alla luce di uno scenario così ricco e poliedrico, Malagò osserva come la scelta italiana di sostenere così diverse discipline sia frutto di una chiara visione politica. “Altri Paesi – dice – puntano solo su quegli sport in cui sanno di poter avere successo. Così se un ragazzino non rientra in quelle attività supportate, rischia di rimanere escluso, se i genitori non sono in grado di sostenere tutte le spese”.
Dopo la proiezione del video “What is perfection?”, da più parti si evidenzia come nell’esperienza degli atleti, la famiglia prima e gli attori locali poi, dalle parrocchie alle associazioni dilettantistiche, giochino un ruolo chiave nel promuovere i percorsi dei giovani sportivi.
Ed è questo che ha incoraggiato Lucchetta, alla fine della propria carriera attiva, a trasmette i valori che la pallavolo e lo sport gli hanno insegnato, implicandosi dapprima con l’apertura di una ludoteca e poi in molte altre iniziative di sensibilizzazione civica e, da ultimo, nelle divere serie di cartoni per bambini promossi dalla società che ha fondato.

Conclude questo lungo dialogo una breve presentazione di “Fencing for change”: un progetto di tutela sociale avviato in alcune città italiane per la diffusione della scherma. Una prova concreta di come la passione e i valori dello sport possano essere una forza in grado di produrre cambiamenti anche fuori dalle palestre.

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