Scuola: statale o paritaria purché sia migliore

Press Meeting

Rimini, 25 agosto 2015 – “Il dibattito che si svolge oggi si inserisce nel ciclo di incontri su educazione e capitale umano, ma di fatto è un dialogo di lungo respiro, iniziato già dal ’97, quando, in veste di ministro della Pubblica istruzione, Luigi Berlinguer ci parlò di autonomia. Oggi vogliamo dire che parole come autonomia e parità non descrivono una parte, ma indicano una concezione di scuola”. Questo l’esordio di Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, che coordina il dibattito delle ore 11.15 nel salone Intesa Sanpaolo B3. Al tavolo dei relatori siedono, oltre a Berlinguer, Claudia Giudici, presidente dell’Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia e Susanna Mantovani, docente di Pedagogia generale e sociale all’Università di Milano Bicocca.
Mantovani inizia suggerendo una chiosa al titolo del dibattito: “Statale o paritaria purché sia migliore per tutti”. Quali sono i parametri che misurano la qualità di una scuola? “Il diritto all’accesso e al benessere che la scuola deve garantire. Quando una scuola garantisce questo è pubblica. Quindi non è importante chi gestisce la scuola, ma com’è la scuola e perciò si deve parlare di valutazione, ampliamento e miglioramento”. La docente continua sviluppando la riflessione attorno al tema scelta/selezione: “È un diritto sacrosanto, di fatto anche nella scuola statale ci sono scelte che rimangono occulte (un certo istituto, una certa sezione, una certa classe), ma credo che il diritto di scelta sia successivo alle garanzie di accessibilità e benessere”. Infine Mantovani arriva al tema del merito a cui “si educa, perché sia impegno e responsabilità per tutti”.
Quali sono le politiche per una scuola di qualità? È il turno di Claudia Giudici che, attraverso slide descrive la storia dello sviluppo dell’Istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia del comune di Reggio Emilia. “L’esperienza che presento deriva dall’incontro tra associazioni, istituzioni e contributi pedagogici, come quello, prezioso, di Loris Malaguzzi. Il punto è stato riconfigurare il sistema pubblico integrato e in questo il Comune, con il suo radicamento nel territorio si è dimostrato il soggetto più adeguato per intercettare le esigenze e favorire la modalità inclusiva”. Quali sono le condizioni di qualità di un sistema? Risposta lapidaria: “Compresenza o cotitolarità, condivisione tra i soggetti della responsabilità educativa, tempi di aggiornamento condivisi, ambiente che consenta esplorazioni, autonomia, scoperta”.
È il momento di Berlinguer: “Quello che ho sentito oggi suona come una musica per me: abbiamo camminato assieme in questo lungo periodo”. E continua proponendo alla platea la sua riflessione: “L’eterno problema scuola paritaria o pubblica è stucchevole, non mi interessa più. Mi interessa la scuola ovunque essa avvenga, perché se avviene è sempre pubblica nella sua finalità di allevare creature”. L’ex- ministro continua poi interpretando il significato del messaggio che papa Francesco ha inviato al Meeting: “Le domande che il pontefice pone sono una linea pedagogica. La scuola non si deve incentrare su una lezione, ma iniziare processi senza occupare spazi. Gli alunni devono scoprire con la propria testa i problemi che stanno dentro ciascuna disciplina”. Berlinguer osserva che nei dibattiti sulla scuola degli ultimi mesi, in fondo, il tema dell’apprendimento non è mai stato toccato: “Ci sono comunque alcune cose da cambiare già da subito, come l’orario scolastico che non contempla lo spazio dello studio, il condizionamento dell’aula: la scuola deve rimanere aperta sempre, deve diventare spazio di vita. L’insegnante ha un orario e va rispettato, ma in una società evoluta ci sono figure complementari. La scuola è un grande servizio di vita; la scuola con un solo docente non è più la scuola di cui abbiamo bisogno. Serve una comunità educante attraverso l’autonomia”.
Vittadini conclude: “Oggi abbiamo messo a fuoco qualcosa di nuovo sotto il profilo culturale: un popolo trasversale ha fatto un percorso comune di responsabilità”.

(G.L.)

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