Scommettere e investire in Italia

Press Meeting

Rimini, 24 agosto 2015 – “Sappiamo che gli investimenti sono calati di un valore pari al 5% del pil – esordisce Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere – ma vogliamo ripartire dalle potenzialità che l’Italia ha di attrarli, come dimostra l’inversione di tendenza degli ultimi mesi”. Di qui la domanda a James Hogan, presidente di Etihad e vicepresidente di Alitalia Sai (oltre che di numerose altre compagnie aeree) perché convenga investire in Italia. Hogan, descrivendo in sintesi il futuro network aereo centrato su Etihad, riferisce che a far cambiare idea sull’originario “no” all’operazione Alitalia è stato “un diverso atteggiamento dell’azienda pubblica italiana, che ha prodotto un serio piano industriale, e del governo, che, insieme ai sindacati, ha posto in essere condizioni favorevoli alla collaborazione, per cui in soli 12 mesi si è arrivati all’accordo”. La compagnia ha così potuto lavorare sul materiale umano, comunicando ai dipendenti la nuova mission del gruppo, e sviluppare una crescita organica “con un ruolo guida di Alitalia per gli altri partner. Nel 2017 Alitalia tornerà in attivo: credo che il primo anno sia un ottimo inizio”.
Scholz sottolinea, come Hogan, che “non ci si è fermati agli errori del passato, mentre molte attività sono ferme perché le mancanze non vengono percepite come risorse” e passa la parola a Pierluigi Stefanini, presidente di Unipol Gruppo Finanziario, unica compagnia operante che si colloca tra le prime dieci d’Europa nel ramo pur operando solo in Italia. Stefanini ricorda la decisione del 2011 di acquisire Gruppo Fondiaria Sai come l’occasione di “reagire alla crisi, quando tutte le aziende si chiudono in difesa, investendo. E non solo per crescere, ma per dare un contributo al paese”. Allo stesso modo, oggi per Unipol investire significa entrare nel settore turistico, valorizzando le due catene di alberghi in patrimonio, nel più ampio tentativo di costituire il gruppo assicurativo come credibile categoria sistemica: “Bisogna puntare a un ruolo strategico, coinvolgere, condividere, saper cooperare di più, altrimenti non si riesce ad agganciare l’Europa”.
A Graziano Delrio, ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, Scholz pone la domanda topica: Le infrastrutture sono una terapia intensiva anticrisi? E quali le priorità? Delrio risponde partendo da lontano: “Bisogna orientarsi alle infrastrutture come mezzo di connessione e non come fine e giudicare se esse sono adeguate o no alla situazione sociale. Ad esempio la Sicilia ha bisogno di treni, anche se non è necessario che vadano a 300 chilometri l’ora, perché bisogna connetterla al resto del paese e consentire di visitarla. Il modello ‘veloce’ non è l’unico per il turismo”. Il ministro sottolinea poi il problema dei tempi decisionali: “Non è possibile che un intervento di 50 milioni di euro non parta nemmeno dopo dieci anni. È necessario semplificare, anche se la semplicità è la dote più difficile da richiedere ad un politico”. Le infrastrutture, secondo Delrio, devono servire allo sviluppo sociale. Perciò indica come priorità il problema dei pendolari, trenta milioni di italiani che si muovono ogni giorno, ed avverte che “dietro una metropolitana non c’è solo un’infrastruttura, ma una concezione di uomo e di luogo pubblico”.
Per Stefanini, la priorità è quella del rapporto di sistema con la pubblica amministrazione: “siamo lontanissimi sui fondi pensione dai risultati della Germania”, e sulla corruzione, che viene vista come fonte di rallentamento delle procedure, pesando le parole afferma che “la responsabilità della denuncia non deve ricadere sul singolo operatore, ma su altri interlocutori del sistema”. Infine Scholz incalza ancora Delrio sul principio di sussidiarietà: “come raccogliete la sfida che ‘ubi societas ibi ius’? Esiste qualcosa che lo stato non potrà mai realizzare?”. Replica Delrio che “bisogna giudicare i progetti, scremare quelli veramente necessari. Nella attività di Governo si è ricostituito un patrimonio di fiducia, che adesso può essere speso come spirito di collaborazione”.

(Ant.C.)

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