Sciogliere i nodi. I servizi e le infrastrutture in città

Redazione Web

PROGETTI E IDEE PER MIGLIORARE LA MOBILITÀ URBANA. DATI, ESEMPI VIRTUOSI E PREVISIONI SUL FUTURO

 

Rimini, 22 agosto – Barbara Marinali, consigliere per l’Autorità di Regolazione dei Trasporti, ha introdotto in Arena Polis Edison A1 un incontro sui problemi legati alla mobilità in città e su come migliorare le infrastrutture per garantire servizi efficienti ai cittadini.

Il primo ospite coinvolto è stato Gian Luca Erbacci, Europe senior vice president di Alstom. Per quanto riguarda la mobilità nelle città europee, l’esperto ha spiegato che si tratta di un settore in aumento, ma che ciò che ne compromette l’efficacia è talvolta la mancanza di organizzazione integrata e di coordinamento dei mezzi disponibili. La soluzione, secondo Erbacci, è la creazione di un sistema unico di gestione, ovvero la presenza all’interno di una città di un unico ente che gestisce la mobilità. A Madrid la Alstom ha sviluppato un software di mobilità, in fase di sperimentazione, che attraverso l’analisi dei dati trasmette ai gestori informazioni su eventuali ritardi, allagamenti, incendi o altre calamità, in modo che le aziende preposte possano intervenire per gestire la mobilità. Inoltre, sia a Parigi che a Madrid l’analisi della domanda ha permesso di ridisegnare la città sostituendo il ferro con la gomma. «Perciò è fondamentale avere dati sulla mobilità delle persone», ha concluso l’esperto.

Il secondo protagonista, Federico Parolotto, partner and owner di Mobility in Chain, ha mostrato al pubblico un video, “Le sfide di oggi per la mobilità di domani”, sulla mobilità al di fuori delle aree centrali delle grandi città. Fornendo dati sulla crescita demografica dell’Africa subsahariana e del Sud-Est asiatico, il video ha dimostrato che ci stiamo avvicinando alla più grande ondata di motorizzazione a cui il pianeta abbia mai assistito. «La grande sfida per favorire la riduzione dell’utilizzo automobile»,  ha spiegato Parolotto,  «non si gioca nelle parti di città dense, dove il trasporto pubblico è privilegiato perché conveniente,  ma nella fascia a domanda debole, cioè nelle zone iperurbane. È qui che si gioca il futuro». Il futuro, secondo Parolotto, sono «sistemi che non prevedono più il ferro ma che si dissolvono, diventano modulari, diventano più piccoli. Le aree iperurbane e rurali attraverso questi sistemi si appoggeranno alle strade. Bisogna redistribuire lo spazio stradale e garantire la percorrenza di questi sistemi su gomma ».

Il terzo ospite, Giampaolo Rossi, direttore generale di Start Romagna, ha spiegato che in Romagna, a proposito dell’ultimo miglio, viene applicata la cosiddetta attività intermodale, ossia «la restituzione gomma-ferro-gomma o altre attività di mobilità sostenibile. Le aziende del futuro saranno sempre più aziende dell’ultimo miglio: vado a prelevare il cliente lo porto in stazione e lo vado a riprendere per portarlo all’ultima destinazione che è il lavoro o la casa, la famiglia. Questo in sintesi è quello che noi facciamo».

Il quarto protagonista, Andrea Gibelli, presidente di FNM Spa, ha raccontato la mobilità in Lombardia. «Trenord sta sperimentando la metropolitana di superficie in tutta la Lombardia, con treni di ultima generazione. Non usiamo più treni tradizionali, ma treni che hanno accelerazioni frenate, da metropolitana, è in più hanno il confort da media distanza. La soluzione per il futuro», ha continuato Gibelli, «è cambiare il concetto di stazione garantendo servizi complementari al viaggio come la spesa a bordo treno,  o auto elettriche nell’ultimo miglio. Il Politecnico di Milano ha progettato una stazione intelligente che permette di caricare qualunque mezzo elettrico e di sapere come ridurre l’impatto sull’ambiente e l’andamento del traffico. A ciò si aggiunge la diagnostica preventiva legata alla sanità sui nostri mezzi. La scommessa dell’Italia è avere megacity con grande connettività che consentano di muovere gente evitando di sradicare la gente dal proprio luogo d’origine. Vivi a Reggio Emilia ma lavori a Milano. FNM va in questa direzione, così le città piccole non perdono la loro identità».

L’ultimo ospite, Emilio Caporossi, responsabile Fognatura e Depurazione del Gruppo Hera, ha spiegato come un sistema fognario si può integrare con altri sistemi, per esempio i servizi di mobilità e connettività. L’esperto ha inoltre parlato della sostenibilità delle reti fognarie rispetto alle precipitazioni atmosferiche: «Rispetto al passato sono cambiati alcuni fattori come il carico antropico o l’impermeabilizzazione dei terreni. La maggior parte delle città oggi ha un sistema fognario misto, cioè alle fogne vere si mescolano quelle bianche, ossia le acque meteoriche. Le reti fognarie interagiscono sempre con le reti di trasporto. Inoltre, nelle nuove costruzioni ci sono già cavidotti utili alla posa della fibra ottica. Rispetto al passato, non è cambiata la quantità d’acqua da smaltire, ma l’intensità con cui piove: una grande quantità in poco tempo. La difficoltà sta dunque nello smaltire una grande quantità d’acqua che cade in pochissimo tempo».

Quello che in ultima analisi è condiviso da tutti gli ospiti è la necessità di avere dati costanti sulla mobilità delle persone per poter intervenire e migliorare i servizi urbani. Guardare alle esigenze reali di chi si sposta e vive in città per poter rendere i servizi davvero utili alla persona.

 

(F.M.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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