“Poter disporre di dati sanitari significativi attraverso un sistema informatico adeguato è un’attività complessa, ma necessaria ed estremamente utile sia per un’adeguata programmazione sanitaria sia per migliorare e favorire il lavoro di tutti gli operatori sanitari”. Così Carlo Lucchina, direttore generale sanità di Regione Lombardia, ha introdotto l’incontro di questa mattina, aggiungendo che “su questo argomento è necessaria una collaborazione tra il pubblico, con compiti di attività e di governo del sistema e il privato, attraverso le sue competenze specifiche nel campo dell’informatica applicata al mondo sanitario”.
Mario Falconi, segretario generale nazionale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), ha esordito esprimendo il desiderio che “il Meeting possa far crescere in Italia la politica con la P maiuscola” ed ha poi affermato che “in Italia l’informatica applicata alla sanità non è pienamente sfruttata; sono presenti alcune esperienze significative che però non fanno sistema, si diffondono un po’ a macchia di leopardo. Urge che i dati sanitari di un cittadino possano essere utilizzati e riconosciuti dovunque, l’Italia deve diventare pienamente un sistema – Paese”. Tra le criticità individua “una non sempre adeguata alfabetizzazione informatica tra gli operatori sanitari e la necessità di maggiore formazione in questo specifico campo”.
Del delicato rapporto tra utilizzo di dati sanitari e privacy ha parlato Giusella Finocchiaro, professore ordinario di diritto di internet all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna: “alla fine dell’800 con privacy si intendeva il diritto di essere lasciati soli, oggi è il diritto di controllare le informazioni che vengono raccolte e trattate”; questo significa “sapere perché vengono forniti i dati, come acconsentire al loro utilizzo, chi può accedervi e quali sono i sistemi di sicurezza sviluppati per la loro protezione”. Ha poi chiarito che “l’efficienza nell’uso dei dati e il loro controllo sono elementi conciliabili attraverso sistemi di sicurezza adeguati, sia nelle strutture pubbliche che in quelle private”.
Gianni Camisa, amministratore delegato gruppo Finsiel, Cos, Artesia, ha ricordato che “da quindici anni si parla di sinergia tra informatica e sanità e oggi sono aumentate le possibilità offerte dalla tecnologia e culturalmente è più viva la consapevolezza dell’utilità degli strumenti informatici”. Per questo “l’Italia non è indietro in Europa sullo sviluppo di esperienze nuove in questo campo, ma allo stesso tempo queste dovrebbero essere più collegate tra di loro”. Ribadendo l’assoluta necessità di utilizzare strumenti informatici per un utilizzo “democratico, semplice sicuro e sostenibile” dei dati sanitari, ha poi precisato che “standard di codifica condivisi per collegare sistemi di raccolta dati diversi sono già presenti, così come i sistemi di sicurezza; rispetto a quest’ultima, le difficoltà non sono imputabili a problemi tecnologici ma alle scelte nell’utilizzo dei dati”.
Falconi in conclusione ha puntualizzato che “un utilizzo efficace e preciso dei dati sanitari relativi a ciascun cittadino è decisivo per migliorare le prestazioni sanitarie e quindi accrescere il benessere collettivo degli individui”.