Ramin Bahrami – J.S.Bach, Le variazioni Goldberg

Press Meeting

Ieri sera il teatro SMA ha ospitato il concerto dell’iraniano Ramin Bahrami, preceduto da un colloquio tra l’artista e Pierpaolo Bellini, General Editor della Collana Spirto Gentil. Sono state eseguite le Variazioni Goldberg di J.S.Bach, di cui il pianista iraniano è uno dei migliori interpreti al mondo. Si tratta di un’aria con 30 variazioni, composte dal prolifico compositore tedesco per soddisfare la richiesta del conte di Dresda. Questi infatti soffriva di insonnia e pretendeva che gli venisse suonata al clavicembalo una musica “riposante ma gaia” in grado di fargli prendere sonno.
Prima di introdurre il pianista, Bellini ha brevemente esposto le caratteristiche principali dell’opera: l’aria iniziale è una breve melodia dolce già composta da Bach e dedicata a sua moglie. Il compositore ha quindi sfidato la materia musicale cercando di costruire dal nulla un intero edificio: da grande intellettuale e calcolatore qual era, Bach usa tutta la sua straordinaria razionalità per centrare tutta l’opera sul numero 3. Il basso continuo dell’aria iniziale si ripete uguale in tutte le variazioni: dentro a questo flusso costante è come se la vita si svolgesse in molti modi, come viene suggerito anche dalla varietà dei titoli delle variazioni. Gli ultimi pezzi accelerano improvvisamente, come quando si è sul punto di arrivare alla meta: in particolare la variazione XXIX è una delle più esuberanti. La XXX, invece, è costruita con il tema di 2 canzoni popolari tedesche sul tema del basso: dentro ai casi della vita, anche banali – il titolo di una delle due canzoni è “I cavoli e le barbabietole mi hanno portato lontano” – c’è un punto a cui arrivare. Infatti l’aria iniziale, che si ripete uguale in conclusione dell’opera, riporta una pace che all’inizio non veniva percepita.
Rispondendo alle domande di Bellini prima dell’esecuzione, Bahrami – diplomato in pianoforte nel 1997 presso il conservatorio “G.Verdi” di Milano – ha attribuito alla comune radice indoeuropea la sua vicinanza all’opera del tedesco Bach.
Al termine del concerto, il pianista, che ha suonato per circa 45 minuti senza l’ausilio dello spartito, è stato richiamato 2 volte sul palco dal pubblico entusiasta, eseguendo altri 2 pezzi di Bach.

P.S.
Rimini, 23 agosto 2005