Quando la Francia sorprende

Sofia Bronzetti

UN’IMPRESA VINCENTE NELL’EDITORIA CRISTIANA D’OLTRALPE: AL VIA LA SERIE DI INCONTRI PROPOSTI DALLA RIVISTA TRACCE

 

Rimini, 18 agosto – La laica Francia che sorprende al centro del primo incontro del ciclo di conferenze organizzato dalla rivista Tracce in Arena Percorsi A2. Coordinati dal giornalista Luca Fiore, sono intervenuti Pierre Chausse, direttore della casa editrice Première Partie, e Grégory Turpin, cantautore, che hanno raccontato il loro incontro e la loro collaborazione all’impresa della maison d’édition che produce libri e dischi musicali e che li ha portati a vincere due dischi di platino.

La storia di questo successo nasce dalla «scommessa folle», ha raccontato Pierre, «di creare musica a partire dalle poesie di Santa Teresa di Lisieux» coinvolgendo artisti molto conosciuti nel mondo francese. Il progetto viene proposto alla prima emittente televisiva nazionale francese a cui segue la promozione dell’album.  L’impresa di Pierre e Grégory è un tentativo di evangelizzazione in Francia tramite la cultura in un modo inedito e con un successo inspiegabile. «Abbiamo fondato insieme una società e poi rilevato un’altra che si occupa di edizioni di libri e raccogliamo artisti che hanno sviluppato un modo diverso per parlare della fede cristiana», ha raccontato Pierre.

Interrogato da Fiore sul segreto del loro successo, il direttore di Première Partie ha spiegato che non esistono ricette miracolose, tant’è che alcuni loro progetti sono miseramente falliti. «Non avevamo un pubblico prestabilito, ma volevamo incontrare le persone là dov’erano e così com’erano. Volevamo rivolgerci a persone che hanno la fede ma non la esprimono, o non in modo prettamente ortodosso. Si può fare una comunicazione diretta ma solo se hai imparato la lingua della persona con cui vuoi comunicare», ha precisato in seguito Pierre Chausse, spiegando che il problema dell’ambiente culturale cristiano francese è stato quello di creare un monopolio della cultura escludendo tutto ciò che veniva da fuori tacciandolo come sotto cultura, invece che incontrare e riconoscere l’altro.

Grégory, incalzato da Fiore, ha raccontato la sua vita di successo come artista e poi la sua caduta, tra eccessi, cocaina, la malattia e tre tentativi di suicidio. «Una sera, mi fu proposta una droga ancora più micidiale della cocaina e io ho detto no. Quel giorno Dio mi ha fatto visita. A casa ho pianto e mi sono venuti in mente i versi di Santa Teresa “La mia vita non è che un’istante, un’ora passeggera (…) per amarti non ho che oggi”». E poi l’incontro con Pierre e altri e la sua riconversione: «Mi sono accorto di come in Francia, anche a causa della laicità, non si riuscisse più a parlare di Dio. I cristiani si sono disinteressati o, se sono cristiani, non desiderano ammetterlo. Noi con la nostra casa editrice chiamiamo artisti e personaggi famosi e chiediamo chi è Gesù per loro. Ci sono persone che hanno fatto un’esperienza di fede che io non conosco. Perché nelle chiese ci si è dimenticati che Gesù agisce anche fuori dalle chiese». In seguito il cantautore ha aggiunto che i giovani francesi oggi non hanno più un substrato di cultura cristiana ma in questi modo «non hanno più preconcetti come una volta, parlano di Cristo molto più di 30 anni fa. Però è molto più difficile portarli dentro la chiesa perché non capiscono più il linguaggio. Bisogna passare dal culturale alla relazione e non limitarsi al culturale».

 

(F.M.)

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