Quando i muscoli hanno un’ anima

Press Meeting

“Quando i muscoli hanno un’anima”, ovvero: prevenire è meglio che curare. Nello sport come in qualsiasi altro settore. La vecchia massima, mai tenuta presente davvero fino in fondo, ha fatto da filo conduttore dell’incontro coordinato da Mario Sala, Partner-Praxis Management. Al centro del dibattito il sofisticato sistema di rilevazione dei dati complessivi di cinquanta atleti messo in atto negli ultimi due anni dalla società calcistica del Milan: guarda caso, proprio quelli in cui il prestigioso club è tornato a vincere tutto quello che c’era da vincere.
“Siamo partiti da una domanda: come ridurre gli infortuni nel campo del lavoro e promuovere la salute?”, s’è chiesto Bruno De Michelis, Coordinatore Scientifico Milan Lab, secondo il quale occorre partire dall’evidenza che “la persona è una e non possiamo suddividerla se vogliano davvero studiarla”. Da qui un paragone per rendere meglio l’idea: “Se ci fa male un piede o anche soltanto un dito, la malattia è circoscritta lì, ma tutto il corpo ne risente”.
Così, nell’inverno 2001 ha preso avvio presso la società di calcio milanese un progetto-pilota che aveva un solo, grande obiettivo di fondo: prevenire gli infortuni non traumatici. Il Milan Lab, ovvero l’impianto dove gli atleti si preparano, mangiano insieme e, in definitiva, trascorrono l’intera giornata, è stato disseminato di computer: palestra, spogliatoi, ristorante, campi da gioco registrano da allora, ogni giorno dell’anno, tutte le informazioni chimiche, fisiche, atletiche di ciascun calciatore. Tutto in maniera non invasiva, precisa e veloce, quindi gradita ai diretti interessati. I dati vengono poi convogliati in un server indispensabile a stabilire, per ciascuna persona, il suo “triangolo del benessere”, ovvero il potenziale genetico (strutturale, biochimico, mentale) di ognuno.
“In questo modo abbiamo a disposizione la condizione di benessere del calciatore – ha concluso De Michelis – e possiamo intervenire ogni volta che valutiamo deviazioni anche minime da quel livello, che possono mettere il soggetto nelle condizioni di subire un infortunio”.
Sembra complicato e forse lo è realmente. Fatto sta che, nel biennio considerato, il modello sistemico di Milan Lab, cui partecipa attivamente come Coordinatore Sanitario anche Jean Pierre Meersseman, considerato il miglior chiropratico del mondo, ha ridotto del 90 per cento l’infortunistica non traumatica e azzerato il ricorso a farmaci. È possibile divulgare il medesimo progetto anche fuori dall’ambito sportivo, tra la gente comune? “Il sistema si può applicare in tutti i campi, basta conoscere i profili di eccellenza fin dalla nascita – ha detto De Michelis -: è a questo sogno che voglio lavorare”.

R.P.
Rimini, 24 agosto 2004