Quale Stato e quali Regioni?

Redazione Web

Quale Stato e quali Regioni?

Cooperare per un’amicizia inesauribile

 

Rimini, 23 agosto 2023Le richieste avanzate da alcune Regioni di ottenere maggiori funzioni ha messo in moto un più ampio dibattito sulla struttura istituzionale del nostro Stato, con particolare riguardo all’attuazione dei diritti sociali e dei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere stabiliti dallo Stato in accordo con le Regioni.  

Su questo, un incontro totalmente dedicato che prende il nome “Quale Stato e quali Regioni?”. A moderare il dibattito, in questa XLIV edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli è Roberto Inciocchi, giornalista.

Quale è il ruolo dello Stato e quale quello delle autonomie regionali e locali nel dare attuazione ai valori costituzionali? Come impostare una nuova architettura istituzionale basata sulla leale collaborazione tra Stato e Regioni? Come rendere più efficiente il nostro stato sociale così che sia sempre più capace di dare risposte concrete ai bisogni delle persone? 

Numerosi gli spunti di riflessione e preziosi i contributi offerti dagli ospiti, illustri, convenuti nel dibattito.

Introduce Lorenza Violini, professoressa di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Milano: «Essenzialmente c’è da discutere sull’uniformità delle prestazioni e le autonomie delle singole Regioni; il vero tema è questo, ossia specificare quali sono i livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, e quali prestazioni invece possono essere affidate alle Regioni con la propria autonomia. Ovviamente resta il fatto che tutte le Regioni devono cooperare tra loro».

A tal proposito interviene Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione Friuli-Venezia Giulia: «L’autonomia differenziata è una grande opportunità per tutti. Non è vero che il Mezzogiorno non riesce a dare delle risposte concrete in merito, anzi, la pandemia è di insegnamento su come il Sud è riuscito a rispondere bene; pertanto bisogna offrire alle Regioni la possibilità di scegliere in che misura intervenire sulle prestazioni».

Segue Stefano Bonaccini, presidente Regione Emilia-Romagna, che afferma: «Sull’autonomia occorre costruire un percorso. Noi non vogliamo più soldi di quelli che ci vengono forniti, ma preferiamo gestirli noi, in autonomia, abbattendo anche la burocrazia; avere la libertà gestionale delle medesime risorse è, certamente, una strategia vincente».

«Noi vogliamo l’autonomia. Quest’ultima consentirebbe alle Regioni di provvedere a quelle mancanze ed inefficienze a cui lo Stato centrale non riesce a dare una risposta. La legge Calderoli è una buona proposta di legge, in quanto molto attenta sia verso le prestazioni essenziali, da garantire a tutti, sia sugli interventi lasciati alle singole Regioni; con ciò non viene meno, nella maniera più assoluta, la cooperazione tra tutte le Regioni»: sono le parole di Attilio Fontana, presidente Regione Lombardia.

Pertanto, un’esistenza umana che ha la pretesa di essere amicizia inesauribile chiede, inevitabilmente, collaborazione e cooperazione fra enti differenti, quindi anche fra le Regioni. Maggiore è il supporto vicendevole fra le regioni, maggiore l’esistenza umana è valorizzata e sostenuta. Diversamente, Regioni che si adoperino come “isole”, staccate dai bisogni e dalle necessità delle altre, consentono agli egoismi personali, o comunque di pochi, di prendere il sopravvento sul benessere collettivo, su un’esistenza sociale, per sua natura legata da un’amicizia inesauribile fra tutti i membri che la compongono.

(R.G)

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