PRESENTAZIONE MOSTRA “LA LUCE, GLI OCCHI, IL SIGNIFICATO. L’ESPERIENZA UMANA DEL VEDERE

Press Meeting

“L’uomo nella società dell’immagine, bombardato da immagini, guarda molto ma vede poco”. È con questo paradosso che Mario Gargantini, direttore della rivista “Emmeciquadro”, ha introdotto l’incontro di presentazione della mostra “La luce, gli occhi, il significato. L’esperienza umana del vedere”, esposta al padiglione A3 e curata dall’associazione scientifica Euresis”. Ha poi aggiunto che il rischio è quello di ridurre l’esperienza della visione agli aspetti fisici, neurologici o psicologici mentre la dimensione della percezione visiva (come tutte le percezioni) è la conoscenza della verità.
È toccato poi al prof. Tommaso Bellini, docente di Fisica Applicata all’Università degli studi di Milano, offrire una panoramica sugli aspetti fisici della luce e dei meccanismi della visione. In particolare, si è soffermato sulla funzione dei sensi che “sono la via obbligata per conoscere la consistenza fisica di ciò che ci circonda, per capirne le relazioni, per investigarne il significato” aggiungendo che ”il nostro vedere è intrinsecamente un interpretare”. Si è ancora trattenuto sui meccanismi di codifica dell’informazione operata dall’occhio umano rilevando che “non siamo fatti per fotocopiare la realtà ma per interpretarla”.
Il Prof. Carlo Soave, docente di Fisiologia vegetale all’Università degli studi di Milano, ha quindi passato in rassegna dal punto di vista evoluzionistico il problema e gli organi della percezione luminosa, citando Darwin che nel 1859 scriveva “Supporre che l’occhio […] possa essersi formato per selezione naturale sembra, lo ammetto francamente, del tutto assurdo”. Esaminando organismi sempre più complessi ha mostrato come “non c’è immagine se non c’è occhio che la costruisce” e come l’elaborazione dell’immagine, affidata al cervello, differenzia profondamente l’uomo dagli animali. Ripercorrendo la “doppia via” degli impulsi nervosi nell’essere umano, quella “antica” e quella “corticale”, ha concluso che “il punto d’arrivo dell’evoluzione è la comprensione consapevole di ciò che è intorno a noi”, cioè l’esigenza del significato.
Gargantini, nella ripresa, ha citato il pluriennale lavoro di Euresis sui sensi umani, “punto d’incontro tra la nostra struttura biologica e la nostra soggettività”, ed ha illustrato la struttura della mostra che (ricca di esperimenti interattivi e di rappresentazioni dal vivo), si articola in otto sezioni, tra cui non manca quella dedicata agli effetti speciali, ossia alle cosiddette illusioni ottiche, che non sono una limitazione ma l’indice della grande complessità del meccanismo della visione. “Non si può elaborare alcuna teoria del vedere – ha concluso – senza prendere in considerazione l’esistenza dell’uomo. Ultimamente l’occhio vede a partire dal cuore”.

A.C.-F.R.
Rimini, 19 agosto 2007