PRESENTAZIONE DEL LIBRO “DOTTOR CARITÀ: VITA DI SAN RICCARDO PAMPURI”

Press Meeting

Questa volta, nell’appuntamento giornaliero del Meeting dedicato ai libri, Camillo Fornasieri ci presenta l’ultimo lavoro di Rino Cammilleri (scrittore e giallista): un libro dedicato alla vita di un santo che, come dice l’ autore, aveva deciso che avrebbe fatto questo “mestiere” già in tenera età.
Innanzitutto, come è nata l’opera? Non è la prima volta che Cammilleri si occupa di san Riccardo: “già anni fa avevo scritto una sua biografia, perché il mio editore aveva notato uno strano via vai di ciellini attorno alla sua tomba. Un via vai interessato perché era don Giussani che li mandava, visto che San Pampuri faceva i miracoli. Adesso l’ho riscritta per renderla atemporale: cioè per togliere tutti quei riferimenti storici che non sono più attuali”.
Ma perché un giallista che, parole sue, preferisce gli ex peccatori poi redenti (sono più interessanti!), avrebbe dovuto scrivere la vita di un santo “immacolato”, che già giovanissimo aveva chiara la sua vocazione? “ Secondo me – è ancora Cammilleri che parla – san Riccardo aveva due caratteristiche speciali, l’epoca storica e l’ordine in cui è entrato”. L’epoca storica, cioè il 1897, l’anno della nascita, e poi gli anni della “guerra fredda” tra Stato e Chiesa, e per finire, la prima guerra mondiale: guerra i cui motivi scatenanti sono ancora semisconosciuti, ma che fu fortemente osteggiata dai cattolici. Quando però venne la chiamata alle armi, Pampuri non si tirò indietro e andò al fronte come tutti gli altri. Durante la guerra poi si distinse in un episodio particolare: nel bel mezzo della disfatta di Caporetto si accorse che i suoi compagni avevano lasciato incustodito un intero ospedale da campo; da solo, lo smontò, lo caricò su un carro trainato da un bue e, sotto i bombardamenti avversari e la pioggia battente, lo portò in salvo. “Questo – dice l’ autore – è un gesto di vero eroismo cattolico, perché in quel modo non salvò solo se stesso, ma anche migliaia di altri soldati dalla cancrena”. Il suo Ordine, il “Fatebenefratelli”: fu fondato da San Giovanni di Dio (1495-1550), santo coraggioso e altruista che fondò il primo ospedale moderno e morì cercando di trarre in salvo un bambino da un lago ghiacciato .
Mancano pochi minuti alla fine dell’ incontro quando, su invito di Fornasieri, prende la parola Felice Achilli, (medico come il santo e presidente dell’Associazione Medicina e Persona), presente tra il pubblico. Su domanda del moderatore, la professione del medico.
“ Quando si fa il nostro mestiere – dice Achilli – si capisce che basta quello. Devi riconoscere il limite di chi hai davanti e abbracciarlo: se no diventi cinico”. E queste cose San Riccardo le aveva ben presenti.
C’è ancora tempo per un intervento dell’autore: “San Riccardo era laureato, quindi molto colto per la sua epoca, e si muoveva rendendo testimonianza a Cristo anche in questo. Come diceva Papa Pio XII, ognuno deve conoscere la fede sulla base del proprio livello culturale: non possiamo essere laureati e accontentarci del catechismo delle elementari”.

G.Z.
Rimini, 22 agosto 2007