Presentazione del “De Fide Orthodoxa” con Carbone e Braschi

Press Meeting

“Perché il Meeting ha scelto proprio quest’opera?” è la domanda che padre Giorgio Carbone, direttore delle Edizioni Studio Domenicano, rivolge agli ascoltatori giunti alle 20 nel padiglione A3 dell’eni Caffè Letterario per ascoltare la presentazione del libro “De Fide Orthodoxa” di Giovanni Damasceno. E subito dà una risposta: “Perché Giovanni Damasceno è nato in una periferia del mondo. Una periferia geografica – la Siria è stata una delle prime terre conquistate dall’Islam – ma anche una periferia cristiana. È il dominio dell’Islam che mette in crisi il cristianesimo”.
Le analogie con i nostri giorni non sono poche. Sebbene si tratti di un’opera classica della letteratura patristica, scritta intorno al 700 d.C., ha ancora molto da dire all’uomo contemporaneo. “Giovanni Damasceno visse in un’epoca molto simile alla nostra – afferma l’altro relatore della serata, don Francesco Braschi, dottore ordinario della Biblioteca Ambrosiana – in un periodo di crisi e di sconvolgimenti, ed ebbe il compito di conservare e tenere saldo tutto il patrimonio dottrinale ricevuto. Il suo obiettivo è fare una sintesi di tutta la conoscenza cristiana antecedente, perché, come scriveva in straordinaria analogia con i nostri giorni: ‘l’uomo di oggi ha poco tempo per leggere’”.
Il Damasceno è considerato l’ultimo padre della Chiesa, continua don Braschi, “ossia l’ultimo di coloro che dopo gli apostoli costituiscono una cultura rielaborando la realtà a partire dall’esperienza cristiana. Le sue osservazioni si concentrano, in particolare, su chi è Dio e come entra in rapporto con l’uomo per comunicargli la salvezza”. Il teologo siriano si occupa anche di questioni di fisica e cosmologia per giungere ad affermare che “tutta la realtà sensibile è buona perché Dio stesso l’ha creata. Per lui la provvidenza è il desiderio che Dio ha di partecipare il bene alle sue creature”. In quest’ottica, continua Braschi, “nemmeno gli eventi funesti sono un segno dell’abbandono di Dio”. Così, sottolinea Carbone, “Giovanni Damasceno ci fornisce una chiave di lettura del suo pensiero. Per lui è evidente che il destino non ha lasciato solo l’uomo”.
L’importanza del “De Fide Orthodoxa”, conclude lo stesso Carbone, “emerge dal fatto che è una delle opere maggiormente citate da Tommaso d’Aquino, soprattutto nella Summa Theologica. Un’opera peraltro che nel XII secolo riscontrò un successo editoriale straordinario quando Pietro Lombardo la utilizzò nelle sue famose Sentenze”.
(D.S.)

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