Piano B. Nuove mappe per chi ci crede ancora

Redazione Web

Piano B. Nuove mappe per chi ci crede ancora

 

Rimini, 24 agosto 2023 – Un manifesto nel quale cerchiati in rosso non sono i nomi di chi ha firmato, ma le parole “fondative” da rigenerare nel senso per creare legami tra le forze migliori già presenti nella società.

Al Meeting per l’amicizia fra i popoli è stato presentato per la prima volta in assoluto il “Piano B”, manifesto redatto da numerosi rappresentanti del mondo culturale e civile. Un panel affollatissimo, presentato dalla giornalista di SkyTg24 Tonia Cartolano, ha visto alternarsi sul palco economisti, ricercatori, giornalisti, sociologi, attivisti e politologi.

«Noi viviamo in un’epoca in cui le parole sono usate per sterminare gli avversari», ha esordito Chiara Giaccardi, professoressa di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Università Cattolica del Sacro Cuore. «Noi vogliamo recuperare la versione simbolica», ha aggiunto, «dove “simbolo” significa mettere insieme. Il compito è superare la frammentazione e la banalizzazione dietro le parole per rigenerarle». È il legame la chiave di tutto: «L’immaginario attuale della felicità fa promesse che non può mantenere, perché è basato su un individualismo radicale, e il disconoscimento dei legami che ci consentono di vivere non può portare felicità. Il tema della felicità è il tema del legame, il tema del legame è il tema della fraternità, della filiazione. Nessuno è felice da solo, come nessuno può essere libero da solo».

«La crisi della democrazia è una crisi di partecipazione», ha sottolineato poi Marco Bentivogli, coordinatore nazionale Base Italia, esperto politiche di innovazione industriale e del lavoro. «Le soluzioni e i copioni su chi la rappresentanza politica e sociale si muovono sono inadeguati alle nuove sfide. Per questo serve uno “spartito” nuovo che chieda discontinuità, faccia emergere e unisca i tanti mondi vitali. “Piano B” è perché il “piano A” ci porta da una crisi all’altra ripetendo gli stessi errori. Sul lavoro la grande emergenza è di “senso”, le grandi transizioni stanno cambiando rapidamente tutto e continuiamo e riproporre soluzione organizzative e gerarchiche vecchie e inefficaci».

«Mi piacerebbe usare la parola “emersori”», ha fatto notare Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia Politica, Università di Roma Tor Vergata, «per fare emergere le esperienze straordinarie e le buone pratiche che già ci sono nel nostro paese, in grado di mettere insieme valori sociali e ambientali».

“Piano B” va oltre le collocazioni: «Capisco che è difficile per le persone non classificare qualcosa come di destra o di sinistra, cattolico o meno, per questo “Piano B” è uno spartito, non un partito. Avremo successo quanto più riusciremo a convincere persone e partiti ad interpretare lo spartito». Oggi non sono solo i filosofi a parlare di felicità, ma è possibile discuterne con cognizione di causa per l’immensa mole dei dati della ricerca sociologica: «La parola chiave», ha osservato Becchetti, «è generatività: se quello che facciamo produce qualcosa e crea legami, noi siamo felici. Il contrario della generatività è la povertà del senso di vivere».

Nel lungo panel Giampaolo Riolo, giurista e membro di Economy of Francesco, ha comunicato il suo auspicio: «Vogliamo legare e mettere insieme realtà che già esistono. Don Tonino Bello, morto trent’anni fa, invitava ad organizzare la speranza». E sui giovani e sul racconto che se ne fa nei media: «Nel dibattito pubblico ci si polarizza e ci si deprime, ma ci sono tanti giovani che rischiano per cambiare il mondo. Bisognerebbe parlare più di esperienze come il Meeting». Carla Collicelli, sociologa, Consulta scientifica del Cortile dei Gentili, ha aggiunto: «Abbiamo la sensazione che vi sia una vitalità nella società e una ricchezza di stimoli che non vengono incanalati».

Nella seconda parte del dibattito Alessandro Rosina, professore di Demografia, Università Cattolica del Sacro Cuore, ha visto nel crollo delle nascite «il lato più emblematico di un Paese che non funziona», mentre «servono due consapevolezze che sono alla base di “Piano B”», ovvero di come «la politica non è fatta solo dai partiti» e che debba prevalere «l’interesse forte comune della polis e della collettività» oltre le divisioni tra destra e sinistra, in particolare proprio per il tema della natalità.

(A.C.)

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