Papa Francesco al cinema con Wim Wenders

Press Meeting

Rimini, venerdì 24 agosto – Massimo Bernardini, conduttore televisivo e giornalista introduce l’incontro “Narrare le forze che muovono la storia: dal cinema nuovi sguardi sulla realtà”, tenutosi alle 19 in sala Neri UnipolSai, regalando al popolo del Meeting un’anteprima assoluta in Italia sul film “Papa Francesco – Un Uomo di Parola”, che uscirà il prossimo 4 ottobre. Ospite in sala Dario Edoardo Viganò, assessore della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede. Vera chicca dell’incontro è la presenza virtuale del regista del documentario, Wim Wenders, che saluta gli spettatori con un video divertente in cui, in italiano, dà qualche anticipazione su quello che vedranno. Nel documentario, durata 96 minuti, distribuito da Universal Pictures (titolo originale: “Pope Francis – A Man of His Word”), il pontefice si rivolge direttamente agli spettatori rispondendo a domande provenienti da ogni parte del mondo e facendo chiarezza sulle sue posizioni.

Viganò, che dal 2013 segue diversi team di ideazione e produzione di documentari dedicati alla Santa Sede, racconta che nel 2015 sono arrivate molte richieste da broadcaster nazionali e internazionali di raccontare una giornata col Papa: “Volevo un racconto che dicesse il pensiero di un tempo e così cercai un regista capace di introdurre uno sguardo di profondità su un periodo breve ma intenso come quello del pontificato di Francesco. Pensai a Wim Wenders”.

Alla richiesta di Bernardini di spiegare quale sia l’attrattiva che spinge a fare un film su una figura come il Papa, Viganò risponde: “Il Papa è un leader la cui forza non risponde alle logiche tipiche del potere mondano. Non è come il leader di una qualunque nazione, il suo popolo è planetario e quindi l’interesse coinvolge tutto il mondo. Nel caso specifico di Francesco poi bisogna considerare che è diventato Papa un cardinale che aveva già abbondantemente superato l’età della pensione. Inoltre è un gesuita e, come sapete, non è possibile per un ordine come questo assumere cariche ecclesiastiche, se non per volere del Papa stesso. Bergoglio viene inoltre da un paese povero, l’Argentina, il che segna la fine dell’epoca europea nel papato. E, da ultimo, il suo modo di parlare lento e a voce bassa stride con un mondo, quello di oggi, in cui tutto è veloce e urlato”.

In assoluta esclusiva vengono mostrate fotografie del backstage e spezzoni di video che mostrano l’incontro tra il Papa, il regista e tutta la troupe. Viganò racconta la naturalezza del pontefice, che non cerca di recitare o di modificare sé stesso di fronte alle telecamere, tant’è che sempre si rifiuta di rifare alcune scene venute male. “All’inizio di ogni ripresa si faceva una preghiera e poi il Papa concludeva la giornata con una benedizione – racconta l’ospite -. Salutava le persone una ad una all’inizio e alla fine, come se non si sentisse a suo agio se non salutasse personalmente tutti. Del resto, entrare in rapporto con una persona di cui non hai mai stretto la mano è strano: è nella carne che si rivela Dio”.

(F.M.)

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