Padre Aleksandr Men’.

Press Meeting

“La numerosa partecipazione di intervenuti in questa sala, nel primo giorno del Meeting – ha sottolineato Giovanna Parravicini della Fondazione Russia Cristiana, introducendo l’incontro di presentazione della mostra dedicata alla figura di Padre Men’ – testimonia la dimensione di questo sacerdote assassinato il 9 settembre 1990, che sarà ricordata in futuro come uno dei grandi santi del XX secolo, e che si lega anche al tema della ragione come fattore di un rapporto: il cuore dell’uomo che cerca il rapporto con Dio, che intuisce il volto dell’altro nella fede.
Padre Aleksandr diceva che la figura dell’uomo è fatta a immagine e somiglianza del logos divino, che l’uomo è in rapporto drammatico e vivo con questo mistero. ‘Siamo solo agli inizi”, diceva. ‘Se l’uomo sapesse riscoprire il legame profondo con Dio, scoprirebbe di essere in dialogo con la natura e potrebbe, sperimentando questa unità profonda, capire il miracolo’. Per questo è diventato padre per milioni di persone, non solo in Russia, e il suo libro ‘Il Figlio dell’Uomo’ è stato tradotto in 17 lingue e venduto in Russia in 3 milioni di copie”.
È quindi seguito l’intervento di Pavel Men’, fratello di Padre Aleksandr, con cui ha condiviso la vita del cristianesimo russo “nelle catacombe”, e del quale continua l’opera anche nell’ambito di una fondazione a lui dedicata.

“Padre Men’ – ha sottolineato – è vissuto per 30 anni alla periferia di Mosca, aiutando migliaia di persone ad incontrare Cristo nella propria vita, all’epoca in cui il regime cercava in tutti i modi di distruggere la religione in generale e il cristianesimo in particolare.

Continuamente cercava di dare risposta a tutte le domande che circondano l’uomo. L’apertura, diceva, non l’allontanamento dal mondo, è la cosa principale che il Cristianesimo ci trasmette, e Cristo si fece piccolo per poter incontrare l’umanità”.
Giovanna Parravicini, introducendo Padre Romano Scalfi, Presidente di Russia Cristiana, ha ricordato il legame di quest’ultimo con Padre Men’, vissuto come un amicizia, una compagnia che viene da Cristo e non abbandona il suo popolo, e che anche dalle pietre di un’ideologia continua a creare i suoi figli.
“La sua era una grande umanità che si alimentava della fede – ha raccontato Padre Scalfi – È questo che rende la sua figura così attuale per la Russia, l’Italia e il mondo. L’umanesimo sganciato dalla fede tende a dimenticare questa unità, diventando prima utopico poi nichilista. ‘Cristo, diceva Padre Men’, ci obbliga a sentire Dio vicino, coinvolto con la nostra vita’; e non si limitava a denunciare il male, ma ripeteva che anche nelle evenienze più tragiche della vita è il volto di Cristo che salva, e che i tempi cattivi sono dominati dalla Sua figura luminosa. Essere testimoni di Cristo è essere in ogni circostanza salvatori del mondo. Per Padre Men’ la Chiesa era un ‘laboratorio di resurrezione’”.