NO CERTEZZA, NO TANGO

Press Meeting

No certezza, no tango. Vallo a pensare che la parola chiave del Meeting avesse a che fare pure con un ballo come questo. Il maestro Patricio Lolli dal palco del D7 sta facendo muovere i primi passi a circa 200 persone (coppie femminili in maggioranza). I suoi insegnamenti sono rivolti a tutti ma gli inviti più pressanti sono per gli uomini. “È l’uomo che deve condurre la danza, che deve guidare la donna”, ripete. Carlotta, la stella della Tangaruah alla piscina Ovest, gli fa eco: “Dovete fare brillare la vostra donna ma per far questo dovete condurla”. Poi, visti i risultati, passa a pungerli sul vivo: “Uomini, visto che non lo fate mai, comandate almeno stasera!”. Ma per comandare, guidare, condurre bisogna essere decisi e, soprattutto, certi della meta. Senza certezza, dunque, non si va da nessuna parte. Neanche nel tango.
“Regnum coelorum violenza pate”, recita il padre Dante nel XX del Paradiso. Ma la “violenza” del tango non è tranciare di netto la gamba entrante della povera partner né trascinarla di peso per l’ocho adelante. È l’ossimoro di una violenza amorosa. Tanto che Patricio, in apertura di stage, definisce il tango “un abbraccio e una camminata”. E l’incipit del tango è proprio un abbraccio che, però, si ferma a metà. “Andiamo all’abbraccio – dice Carlotta – ma ci arrestiamo prima”. Ci vuole una certa distanza per poter condurre bene e seguire meglio. Ma ci vuole decisione. Se la donna incespica, si disorienta, non tiene il passo è “perché voi uomini non vi imponete”.
“Per il tango bisogna assumere una postura regale”, bisogna muoversi dominando lo spazio. E si è visto mai un vero re, pensate al mitico re Alfred del “Cavallo bianco” di Chesterton, dominare il mondo senza un briciolo di certezza?

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