Meeting Rimini Film Festival: the winner is…

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Il Meeting Rimini Film Festival conclude la sua sesta edizione. Più di cento i cortometraggi arrivati da tutto il mondo, 90 quelli selezionati per la partecipazione al concorso, dieci quelli entrati nella rosa dei finalisti. Lavoro lungo e difficile, vista la qualità di ogni filmato, per i giurati presieduti dal giovanissimo filmaker Tim Reckart, al suo attivo una nomination tra i cinque film d’animazione in corsa per l’Oscar, con la sua opera prima “Head over heels”. A condividerne le fatiche una giuria di giornalisti e critici cinematografici, insegnanti di scuole e università del cinema: Antonio Auteri, Alessandro Casanova, Armando Fumagalli, Vittorio Giacci, Giovanni Morricone, Beppe Musicco, Salvatore Petrosino, Andrea Piersanti, Pietro Sarubbi, Pina Traini. Con loro Simonetta D’Italia Wiener docente della School of Visual Arts di New York, da sempre partner della manifestazione.
Nella serata di mercoledì presentazione al pubblico dei dieci cortometraggi finalisti. Al termine della proiezione la giuria ha conferito tre premi. Al corto canadese “Strangers” (08:00), diretto dal regista Jim Calarco è andato il premio rappresentato da un soggiorno studio di dieci settimane alla School of Visual Arts di New York. Le sue immagini raccontano un breve incontro tra due persone anziane all’interno di un museo. Un riflessione sull’amore nella terza età e sul tema drammatico delle malattie senili. Altro riconoscimento per “Happily ever after” (06:16), filmato d’animazione israeliano scritto e diretto da Ben Genislaw. È la storia di una giovane coppia che attraversa insieme la vita nonostante la paura per il futuro, si aggiudica così la borsa di studio di un anno all’Accademia di cinema e televisione Act Multimedia. Un finanziamento di 1.500 euro per il prossimo cortometraggio è infine il premio per il regista britannico Sean Kelly e il suo “What if, like me…” (10:00). Le sue immagini raccontano come l’amore possa cambiare la vita, anche quando la tua esistenza sembra essere uguale, ripetitiva, alienata e alienante.
Il pubblico ha anche avuto l’occasione di vedere e applaudire Head Over Heels, il citato cortometraggio di Tim Reckart, che ha parlato della sua esperienza di regista e della sorpresa di essere accolto con entusiasmo e curiosità dal pubblico riminese.
Il Meeting Rimini Film Festival nasce con l’obiettivo di scoprire e valorizzare le produzioni di giovani cineasti o di quelli che con più difficoltà riescono ad accedere ai grandi circuiti di distribuzione. La ricerca operata ogni anno dagli organizzatori e dalla giuria è portare a Rimini cortometraggi che raccontano e approfondiscono il tema uomo. Per questo il Festival è anche luogo di incontro e confronto tra esperti e affermati operatori del settore e chi sta muovendo i primi passi nel mondo del cinema.
Non è quindi casuale che le impressioni riportate dai giovani registi presenti alla proiezione concordino: “Siamo veramente colpiti dalla grandezza e dal numero di persone che vivono e visitano questa manifestazione. Qui abbiamo trovato un grande interesse per quello che facciamo. Soprattutto, siamo colpiti dai tanti difficili e importanti argomenti che gli incontri del Meeting affrontano”.
Come ha detto Sean Kelly, presente in sala: “Non vi conoscevo assolutamente prima. Ho seguito un paio di dibattiti: qui si parla e si cerca addirittura la verità delle cose”.

(C.B., D.T.)

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