Luigi Giussani. Il percorso teologico e l’apertura ecumenica

Press Meeting

Rimini, giovedì 23 agosto 2018 – Si è svolto in Sala Neri UnipolSai l’incontro di presentazione del li-bro che raccoglie gli atti del primo convegno sul pensiero teologico di Luigi Giussani, realizzato pres-so la Facoltà di Teologia di Lugano dall’11 al 13 dicembre scorsi. Chiaro l’intento: “Rendere conto di quello che è successo, mettendo in evidenza il coraggio di una Facoltà teologica, prima in Europa e seconda nel mondo, di organizzare un convegno sulla figura di Giussani teologo, prima ancora che educatore, a partire da un rigore e un’analisi scientifica delle fonti del suo pensiero, della sua formazione, ma anche degli incontri, specie con altre confessioni religiose, che caratterizzarono la sua teologia”. Così don Stefano Alberto, docente di Introduzione alla Teologia dell’Università Cattolica di Milano e moderatore dell’incontro. Ospite per l’occasione, il Professore René Roux, anima principale dell’iniziativa e attuale rettore della Facoltà teologica ticinese.
“Com’è nata l’idea di un convegno su Giussani? Com’è stato possibile realizzarlo?”. A partire da questa domanda, Roux ha elencato almeno due possibili ragioni, l’una ‘più immediata’, dettata da una contingenza storica (i 25 anni della nascita della Facoltà Teologica, voluta dal vescovo Eugenio Corecco, grande amico di don Giussani), l’altra ‘più remota’, maturata dall’esigenza di rispondere alle sfide lanciate dalla cultura laica, ma anche religiosa, del nostro tempo. Prima fra tutte, mettere in discussione, o per lo meno tornare a interrogarsi, sulla tesi kantiana dell’impossibilità di conoscere razionalmente Dio, oggetto esclusivo secondo Kant della morale, e allo stesso tempo superare – sempre secondo le parole di Roux – un certo “timore pastorale di una riflessione teologica che ostacola, piuttosto che favorire un dialogo con il mondo”. In questa cornice, ‘riabilitare’ la figura di Giussani è divenuta l’occasione “provvidenziale”, secondo il rettore, di recuperare il significato ‘autentico’ del fare teologia oggi, a partire, e non a prescindere, dalle sfide che la realtà pone, come la vita del fondatore di CL testimonia: “La funzione di una Facoltà teologica è contribuire alla riflessione non in modo astratto, ma giudicando l’impatto che questa ha avuto sulla vita delle persone”.
Suddiviso in sei parti, precedute da un Prologo e da una lectio magistralis conclusiva di Julian Carrón, il libro “Luigi Giussani. Il percorso teologico e l’apertura ecumenica”, curato da Giorgio Paximadi, Ezio Prato, René Roux e Antonio Tombolini, è stato presentato per l’importanza bibliografica, contenutistica, nonché per la capacità di far conoscere aspetti del pensiero di Giussani non ancora noti. Un contraccolpo che ha toccato diversi ambiti e dimensioni dell’esperienza umana di Giussani, divenuta in poco tempo un orizzonte teologico di straordinaria importanza in circostanze vicine non solo all’esistenza, ma anche ai temi dell’esegesi e interpretazioni del Testo Sacro. “Giussani – conclude Roux – ha rimesso al centro del contesto storico entro il quale operava la centralità dell’incontro con Cristo, la sua verificabilità e ragionevolezza per l’esperienza di ciascuno, riaprendo una via nuova in una strada che in realtà apparteneva alla tradizione della Chiesa dei primi secoli e che durante gli anni ‘50 del Novecento correva il rischio di essere impoverita da altre e diverse preoccupazioni estranee a quel senso religioso, vero alimento di e per una teologia”.

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