Libertà e liberalismo

Press Meeting

“Il liberalismo è un’esperienza di corruzione della libertà che si identifica con la soggettività assoluta, un’espressione di sé che non deve subire condizionamenti”. Non si risparmia, mons. Luigi Negri, affermando che “l’antidoto alla corruzione liberalistica è correre fino in fondo il rischio della libertà”. Ricordando che “la libertà si coniuga come ricerca del vero e come amore”, Negri ha concluso che “questa battaglia si combatte ogni giorno dentro il cuore di ognuno di noi, sicuri che Cristo ci è accanto nel groviglio della Storia attraverso la Chiesa, il luogo dove il Signore è presente e in cui la sua paternità e maternità si rendono compagnia educativa”.
L’incontro era stato introdotto dal docente di Etica Sociale e Comunicazione presso lo IULM, Paolo Del Debbio, che ha analizzato le cause e i limiti della reintroduzione del liberismo nel dibattito politico. Dividendo la libertà in libertà presupposta e libertà ideale (esercizio della precedente), ha dichiarato che “la politica deve occuparsi solo della libertà presupposta, cioè di creare le condizioni per la libera scelta.” A suo avviso, l’errore del liberalismo è individuabile “nell’aver indicato come valore la libertà di scegliere ciò che si vuole”. Ricordando che secondo la dottrina sociale della Chiesa cattolica il compito dello Stato è creare i presupposti per permettere ad ognuno di realizzare la propria personale vocazione, ha concluso che “solo l’applicazione del principio di sussidiarietà crea le condizioni della libertà presupposta”.
La prof.ssa Angela Pellicciari, invece, ha introdotto alcuni spunti di riflessione per comprendere le matrici culturali del liberalismo. “Di libertà si inizia a parlare in Occidente quando Cristo dice ‘la Verità vi farà liberi’”, ha esordito, per poi descrivere le dinamiche storiche della società cristiana, messa in crisi, a suo avviso, dall’introduzione del concetto di “libero esame” da parte di Lutero, secondo cui la libertà risiederebbe nel singolo in quanto illuminato dallo Spirito Santo. Illustrando le origini e le caratteristiche della Gnosi, la Pellicciari ha dichiarato che “il liberalismo ottocentesco professa l’indipendenza dal magistero per costruire la società, attacca la Chiesa in nome della libertà e poi realizza uno Stato che alla libertà si oppone”. Infine ha ricordato il fondamentale ruolo della Chiesa, che ha sempre difeso i disprezzati dagli “illuminati” e ha condotto una strenua battaglia in difesa del realismo.
Il vice presidente del CNR e Docente di Storia Moderna presso l’Università degli Studi di Cassino, Roberto De Mattei, ha riflettuto sulla possibilità di un’alleanza tra liberali e cattolici, analizzando l’identità dei due poli, divisi al loro interno da uno spartiacque che egli individua nella rivoluzione francese. In seguito al fallimento delle tesi, da un lato, di quei liberali che hanno assunto la modernità come valore assoluto, dall’altro dei cattolici progressisti, De Mattei ritiene che “oggi il collante è il rifiuto della filosofia del progresso, sulla base dell’antirelativismo”, sia nel mondo liberale sia in quello cattolico. Concludendo, ha affermato che “se la santità è l’esercizio eroico del divino, tra le varie virtù oggi c’è bisogno che i cattolici insegnino la speranza ai liberali che dimostrano fortezza”.
M.P.
Rimini, 25 agosto 2005