La sostenibilità del lavoro attraverso le reti sociali

Press Meeting

Rimini, martedì 21 agosto – Nella MeshAREA TALK Intesa Sanpaolo B1 si è tenuto l’incontro “Oltre il PIL: lavoro, sostenibilità e bene comune”. Introduce Marco Fattore, ricercatore di Statistica Economica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, interrogando i relatori sulle sfide che attendono le istituzioni per rendere il mondo del lavoro sostenibile.

Risponde Filomena Maggino, professore associato di Statistica Sociale all’Università “La Sapienza” di Roma, constatando che la crescita mondiale del PIL degli ultimi anni non sia stata una crescita di qualità. La società sta pagando il sacrificio più alto, disincentivando legami di qualsiasi tipo pur di inseguire il lavoro, e così sfaldando la rete sociale. Quest’ultima si rivela di fondamentale importanza in caso di crisi economica: grazie ad essa la popolazione riesce a sopperire ai disagi causati dalle ristrettezze e dalla perdita del lavoro.

Enrico Giovannini, professore ordinario di Statistica Economica all’Università “Tor Vergata” di Roma e portavoce di Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), pone in luce un aspetto diverso della sostenibilità del lavoro, ovvero l’impreparazione e la paura della società moderna di fronte alle principali sfide del futuro: cambiamento climatico, globalizzazione e automazione meccanica. In particolare, il modello di globalizzazione attuale è insostenibile per la società e per il pianeta a causa della scarsità delle risorse fisiche e materiali. Giovannini propone “un modello di “utopia sostenibile”, nel quale i pilastri economici, sociali, ambientali e istituzionali si sostengono ed interagiscono efficacemente per il bene comune. Tutto questo non è possibile se non ci si prende cura degli “scarti sociali”, ovvero di tutte quelle persone che rimangono escluse dal benessere economico e non sono integrate nelle strutture sociali”.

“Qual è l’importanza della comunità in relazione al rilancio del mercato del lavoro”, incalza Fattore. Per Maggioli “solo grazie ad una rete sociale coesa e resiliente, si può pensare ad una società pronta ad affrontare i cambiamenti dettati dall’epoca odierna, e solo grazie a suddette reti si possono ammortizzare gli effetti negativi di una recessione”. Giovannini aggiunge che quanto detto dalla sua collega va raggiunto attraverso la formazione e l’educazione, “affinché i cittadini possano aprire un dibattito informato su questi temi per raggiungere una sintesi innovativa per affrontare le sfide di un futuro sostenibile”.

In conclusione, Giovannini riprende il titolo del Meeting, commentando che “non sempre le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice: come nel caso del PIL, la crescita economica e il progresso storico non hanno portato altrettanto benessere sociale”. L’economista si augura che la cooperazione internazionale per la sostenibilità globale riesca a muovere la storia verso la felicità tanto agognata dall’uomo.

(M.B.)

Scarica