La piccola Speranza

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“Un uomo che perde la speranza perde tutto”. La frase che assume spessore se si pensa a chi l’ha pronunciata, Giuseppe Gulotta, un uomo vissuto 36 anni in carcere, da ergastolano, per un omicidio mai commesso.
A Gulotta è dedicato “La piccola speranza” in programma martedì 20 agosto alle 19.45 al Teatro D7 Frecciarossa. Diverse sono le opere teatrali di Charles Péguy, ma “la piccola speranza”, tratta dal Portico del mistero della seconda virtù, non è tra queste. O almeno non lo era fino a quando l’attore Andrea Carabelli ed il musicista Pippo Molino non hanno avuto l’idea di realizzarla in forma di “Melologo teatrale”, quasi invertendo le tradizionali proporzioni tra scena e musica di scena.
Tuttavia Péguy non è tenuto né sotto vetro né in sottofondo: anche se il testo originale ha la forma di monologo in terza persona, gli autori de “La piccola Speranza” vi hanno riconosciuto un articolato dialogo tra numerosi personaggi, a patto di considerare personaggi le sorelle-virtù teologali e Dio stesso. E senza violentare l’autore francese, ma rispettandone le caratteristiche di semplicità e concretezza spesso travisate, hanno costruito una scena “ordinaria”, una tavola da apparecchiare, con i personaggi che entrano e dialogano tra loro.
La musica, appositamente composta da Pippo Molino, copre una porzione assai ampia della rappresentazione. Interamente eseguita in scena dal vivo, sottolinea ogni riferimento alla virtù che da il titolo all’opera, la speranza appunto. Essa è principalmente affidata a un soprano e un mezzosoprano, ma coinvolge anche gli attori. L’intento dichiarato è quello di sottolineare l’emozione suscitata dalle parole, collocandosi in piena continuità con il linguaggio letterario di Péguy, non banale ma lineare ed essenziale pur con il tipico e noto uso della reiterazione.
(A.C.)

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