La notte dell’Innominato. Franco Branciaroli dalle tenebre alla luce

Press Meeting

Il celebre testo manzoniano è andato in scena ieri sera nell’Arena spettacoli Unipolsai alle 21.45. Sul palcoscenico Franco Branciaroli, attore e regista di teatro tra i migliori del panorama italiano.

Branciaroli, seduto a una scrivania con alle spalle la proiezione di una muratura che richiamava l’orribile castello, ha dato voce al travaglio interiore del più feroce personaggio della letteratura ottocentesca. È un’inquietudine profonda che prende spazio nel cuore dell’Innominato durante la notte compresa tra due incontri: con Lucia e con il cardinal Federigo. L’umile donna vive con dignità il dramma di un’ingiustizia, cosciente che la potenza di Dio può tutto, anche l’imprevedibile. Davanti alla certezza indifesa di Lucia, le certezze umane dell’Innominato si frantumano per dare spazio a un pensiero intimo e profondo, mai ascoltato prima: “Se quell’altra vita di cui mi hanno parlato quand’ero ragazzo, di cui parlano sempre, come se fosse una cosa sicura; se quella vita non c’è; se è un’invenzione de’ preti; che fo io? Perché morire? Cos’importa quello che ho fatto? Cos’importa? È una pazzia la mia… E se c’è questa vita?”.

E l’imprevedibile accade. Sul far dell’alba lo sorprende uno scampanio festoso e il vociare gioioso di un popolo che si dirige verso una comune meta. Quale? Nell’animo dell’Innominato il desiderio compie quanto ha già iniziato l’inquietudine della notte; e anche lui s’incammina verso la misericordia che Dio gli ha preparato attraverso l’incontro con il cardinal Federigo. Sullo sfondo la luce prende lo spazio del tenebroso castello che teneva imprigionato il cuore dell’Innominato.

La lettura commovente di Branciaroli, dall’intenso calore espressivo e dalle risorse davvero inesauribili, valorizzata dall’inquadratura quasi sempre in primo piano, affascina la sala strapiena: applausi calorosi.

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