La formazione professionale, una risposta alla disoccupazione giovanile

Press Meeting

La crescita dell’Italia passa attraverso la formazione professionale e uno stretto rapporto fra scuola, studenti, docenti ed imprese con al centro l’uomo. Il futuro sono gli istituti tecnici superiori, una realtà riconosciuta dal ministero e ancora poco applicata nel nostro paese, che unisce alle lezioni teoriche periodi di formazione in laboratorio.
Al convegno “La formazione professionale: una risposta strutturale alla disoccupazione giovanile”, in programma giovedì 22 agosto alle 15 in sala Neri, l’aria che si respira è quella della collaborazione e del fare per costruire. Tutti gli interventi si sono basati sul racconto di un’esperienza, sottolinea Roberto Corno della Compagnia delle Opere e moderatore dell’incontro. Così le relazioni di Dario Odifreddi, presidente della Fondazione Piazza dei Mestieri di Torino, Angelo Candiani, presidente dell’Associazione scuole lavoro Alto Milanese, di Francesco Mantovani, direttore formazione e sviluppo risorse umane di Finmeccanica. Allineati su quest’onda positiva anche gli interventi conclusivi di Claudia Porchietto, assessore a lavoro e formazione professionale della Regione Piemonte, e di Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’Istruzione, università e ricerca scientifica.
Se da un lato la voglia di fare presto e bene è forte, dall’altro non mancano gli accenti preoccupati. Corno nell’introdurre i lavori ha affermato che “il dato che preoccupa di più in assoluto, emerso da un’indagine Istat, è il fenomeno dei giovani (fra i 15 e i 19 anni) che non studiano e non lavorano, il 37 per cento. È una massa classifica come ‘net’ in una posizione di stallo e senza prospettive immediate. Poi – ha proseguito – c’è l’indice di abbandono scolastico (18 per cento) che ci colloca come fanalino di coda a livello europeo”.
Le esperienze di Piazza dei Mestieri e di Aslam sono un tentativo di invertire la tendenza: infondere fiducia nei giovani, offrire stimoli e motivazioni per studiare con la prospettiva di svolgere mestieri appaganti.”Piazza dei Mestieri nasce nel 2004 da una storia trentennale di amicizia costruita sugli insegnamenti di don Giussani – dice Odifreddi – oggi è una realtà che collabora con 700 piccole imprese. Nella piazza ricavata da una struttura industriale un numero crescente di giovani frequenta corsi di formazione che rilasciano qualifiche nei campi della ristorazione, dell’informatica, delle acconciature, della cura della persona”. La particolarità di Piazza dei mestieri è questa: gli allievi imparano nella scuola una professione ma anche a fare impresa, “stringendo rapporti diretti con le imprese del territorio che poi diventano fisicamente il luogo di lavoro dopo la qualifica”.
“Le scuole lavoro dell’Alto Milanese – dice Candiani – sono una realtà in espansione con due centri operativi vicino all’aeroporto di Malpensa. Il polo formativo rilascia qualifiche, certificate dagli enti europei, nel campo della logistica intermodale. Le prospettive sono di un lavoro all’interno dell’area aeroportuale che, a parte la qualifica di controllori di volo, necessità di professionalità in vari settori: dai trasporti interni, alla manutenzione dei velivoli, dalla logistica alla sicurezza dell’area”.
“Oggi occorre investire in capitale umano e in competenze”, rileva Mantovani. Finmeccanica crede che la strada giusta sia quella della formazione negli istituti tecnici e per questo ha intenzione di chiedere l’apertura di centri qualificati in sette regioni italiane. L’azienda peraltro è presente al Meeting con uno stand nel quale illustra la propria attività. “Sul fronte dell’occupazione – spiega Mantovani – la prospettiva è di assumere fra le proprie fila 1500 giovani. Un dato testimonia che l’azienda crede nei giovani, 23mila dipendenti su 67mila hanno meno di 35 anni”.
“La Regione Piemonte – aggiunge l’assessore Porchietto – tiene insieme le deleghe al Lavoro e alla Formazione Professionale. Per noi c’è una continuità naturale. Bisogna vincere ancora molti tabù, uno di questi riguarda l’istruzione che nell’immaginario è sacra mentre la formazione al lavoro è vista come un ripiego. L’orientamento al lavoro è efficace se alla base vi è una stretta collaborazione fra pubblica amministrazione, imprese e privati. La sfida è sui fondi strutturali 2014/2020, nella contrattazione dovremo avere le idee chiare per aumentare l’acquisizione dei fondi europei destinati a formazione e lavoro”.
Pragmatico il sottosegretario Toccafondi: “Concordo sulla tesi che il futuro passi attraverso la formazione di qualità, una forma innovativa di istruzione possibile già dopo le scuole secondarie inferiori. L’indice Isfol attesta al 50 per cento il numero di giovani diplomati Its che ha trovato subito lavoro. Il dato sulla disoccupazione è in forte crescita: nel primo semestre di quest’anno era sul 40 per cento, nel 2007 al 20 per cento. Mi dovete spiegare – conclude Toccafondi – il dato di Unioncamere che rileva vi siano nel 2013 ben centomila posizioni lavorative che le imprese non riescono a ricoprire. Qualcosa non funziona!”.

(G.G.)

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