LA CERTEZZA DELLA NOTIZIA?

Press Meeting

“Chiarezza, immediatezza e completezza sono i tre pilastri nel nostro giornalismo. Dobbiamo essere comprensibili a tutti, le nostre notizie non devono restare in standby, bisogna tracciare un percorso di conferma certo delle fonti. Dietro la notizia c’è la carne e il sangue di persone che potrebbero essere distrutte per l’intera vita da una informazione sbagliata”. Per Antonio Preziosi, direttore di RadioUno e del Gr Rai, “la notizia non può attendere” ma la ricerca della certezza delle fonti è un criterio fondamentale che viene prima di tutto. “Certo – ha continuato – il nostro ideale a cui tendere è la verità, tuttavia sappiamo che le notizie che vanno in onda nei nostri notiziari devono essere verificabili ed avere quanto meno una certa oggettività”. Affermazioni emerse durante l’incontro “La certezza della notizia?” (sala C1, ore 19.00), nella quale il direttore del Gr Rai si è confrontato sul presente e sul futuro della professione del giornalista con il direttore del Mattino di Napoli, Virman Cusenza. L’incontro è stato moderato da Alberto Savorana, portavoce di Comunione e Liberazione, che ha provocato i due direttori proprio sul tema della certezza della notizia e del rispetto delle persone.
Preziosi, infatti, citando uno degli storici direttori del Tg1, Emilio Rossi, ha affermato che “questo grande giornalista, in relazione a fatti di cronaca nera drammatici, chiedeva per prima cosa ai suoi collaboratori se le famiglie delle vittime fossero state informate. Un atteggiamento di responsabilità – ha aggiunto – che dovrebbe essere preso come esempio, soprattutto oggi. Al Gr Rai, con le nostre 54 edizioni al giorno, siamo riusciti a togliere la polvere da uno degli strumenti di comunicazione più longevi. I nostri oltre otto milioni di contatti giornalieri ci dimostrano che il giornalismo corretto, che rispetta le persone e le notizie stesse, paga”.
“Il nostro faro – ha dichiarato Cusenza – la nostra bussola, è la verificabilità della notizia. È necessario sempre di più un approfondimento, un lavoro faticoso di verifica. Certo, a volte si corre il rischio di sbagliare, ma anche per tutti i giornalisti della testata che dirigo la verità è un ideale ‘alto’ verso il quale tendere. Tuttavia, il giornalista è l’uomo del dubbio, piuttosto che della verità. Nel senso che il miglior lavoro che un cronista può fare è proprio quello di raccontare, di scavare fino in fondo per capire e per far capire”.
Proprio sul grande tema della ricerca della verità attraverso il dubbio, il direttore del più grande quotidiano partenopeo, citando don Luigi Giussani, ha aggiunto che “la verità nasce dalla consapevolezza che deve determinare un cambiamento nelle persone. Ecco la sfida dei giornalisti oggi: che i lettori possano, grazie ad un modo corretto e coscienzioso di fare giornalismo, riuscire a conoscere meglio i fatti principali della storia che ci passa sotto i piedi e scegliere in maniera più libera l’ideale cui tendere”.

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