La bellezza possibile nelle periferie

Press Meeting

È sembrato una chiacchierata tra amici l’incontro che si è svolto questa sera alle 19.00 in sala Mimosa B6. Erano presenti relatori provenienti da mondi assai diversi: Francesca Andreozzi, presidente associazione centro Koros, Giuseppe Consales, regista di “lo decide il vento”, Giada Evandri, responsabile relazioni esterne di Esterni, Beppe Musicco, critico cinematografico e presidente di Sentieri del cinema. Eppure l’impressione generale è stata un’insolita familiarità.
Ha aperto l’incontro Marco Ratti, responsabile Knowledge Center di Banca Prossima, che con un breve intervento ha avviato la visione del corto “lo decide il vento”, classificatosi al secondo posto al Milano Film Festiva per il bando “Are you series” promosso da Esterni. Il cortometraggio disincantato ed essenziale (quasi un docufilm) descrive con tratti realistici e senza orpelli la storia di Nino, un diciasettenne delle periferie di Catania, piccolo spacciatore e facile preda della criminalità organizzata, che vive l’esperienza del recupero attraverso l’incontro con una associazione di counseling, la Koros, che attraverso l’esperienza della navigazione in barca a vela, lo aiuta a guardare in modo nuovo la realtà e se stesso. Fa da sfondo il sobborgo cittadino, lo splendido mare siciliano e il vulcano imbiancato dalla neve. Il corto termina con una voce di adulto che chiede a Nino: “È un mondo che conoscevi? No. Ebbene, esiste.”
Al termine della proiezione, i protagonisti vengono interpellati anche dal pubblico. Beppe Musicco è entusiasta dell’opera: “I film che mi piacciono di più sono quelli di fronte ai quali ho un moto di stupore. Questo film mi ha fatto fare ‘wow’! Spesso i film sul non profit rischiano di essere descrittivi. Raccontare con immagini e musica è tutta un’altra cosa. In questo corto i personaggi si presentano per quello che sono, posti di fronte a qualcosa di totalmente nuovo. In dieci minuti vediamo che la corazza che Nino si era creato prima si incrina e poi si spezza. Questo ci interessa: far vedere la crepa”.
Interviene il regista sollecitato da Ratti: “Cosa hai in mente per il futuro?”. Ma Consales vuole parlare del progetto, si capisce che il primo ad essere coinvolto anche emotivamente è lui: “C’era la necessità di raccontare la storia di questi ragazzi. Abbiamo fatto parlare loro. La vicenda descritta ha una contraddizione di fondo tra la barca a vela, che esprime benessere e ricchezza e dei ragazzi di periferia che vedono il mare da lontano. Man mano che lavoravo con queste persone reali, che ci raccontavano ciò che avevano in mente, emergeva nettamente il contesto di un quartiere popolare e le tipiche dinamiche delle periferie catanesi: lo spaccio per vivere, il mangiare frattaglie per strada”. La cosa più bella, spiega Consales, sta proprio nel rompere quelle dinamiche e far vedere il mare e la realtà da un altro punto di vista. “Ho ancora tanto materiale, storie bellissime di molti altri ragazzi, e vorrei continuate a raccontarle. Attraverso il mare, racconto le storie di ognuno.”
Prende la parola Francesca Andreozzi, psicologa e psicoterapeuta, a cui è stato chiesto di spiegare in che cosa consiste il progetto: “InvelataMente riguarda i ragazzi che arrivano da noi per il periodo di prova. Promoviamo la cultura del mare e della navigazione a vela come mezzo educativo per la prevenzione e il recupero del disagio sociale, fisico e psichico. La barca è un setting molto facilitante perché decostruisce i ragazzi e apre loro un mondo, li mette in condizione di poter guardare un contesto fuori di loro, li pone in un atteggiamento di apertura”. Il tutto nel contesto del cortometraggio. “Che ha più di un valore aggiunto: permette di far conoscere la nostra associazione, ha una valenza di prevenzione e documenta il cambiamento dei ragazzi, rendendolo stabile.”
A Giada Evandri il compito di spiegare gli intenti del bando “Are you series?”, progetto pensato da Milano Film Festival e realizzato grazie al sostegno di Banca Prossima, per la produzione di una web serie in dieci episodi che racconti il mondo del non profit italiano, attraverso l’utilizzo di soluzioni creative e linguaggi innovativi. “Ci interessa sostenere il talento e la creatività – dice Evandri – puntando su chi, uscendo dai tradizionali linguaggi e ottimizzando le potenzialità del web, riesce a raccontare il non profit in modo attuale”. Il progetto valorizza l’esplorazione dei nuovi linguaggi della serialità e della contaminazione “per promuovere un’immagine realistica del non profit e sensibilizzare gli operatori di cinema e comunicazione a confrontarsi con un tema e con un formato sinora ancora poco esplorati”. Lo strumento della web series inoltre per Evandri “può diventare luogo di incontro tra vari enti non profit e raggiungere anche chi è poco sensibilizzato”. “La vita è imprevedibile – commenta Musicco – la realtà a volte più sorprendente del nostro progetto” . Questi cortometraggi lo documentano.

(M.G.D’A.)

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