La bellezza nella scienza

Redazione Web

La bellezza nella scienza

Rimini, 23 agosto 2022 – A introdurre l’incontro “La bellezza nella scienza”, a cura di Associa-zione Euresis e Camplus, è Lucio Rossi, fisico dell’ Università degli Studi di Milano, presentando l’ospite Brandon Vaidyanathan. Il sociologo della Catholic University of America in particolare lavora sugli aspetti culturali delle organizzazioni complesse, quali scienza o business, ed ha , inoltre, condotto uno studio mondiale sul valore dell’estetica e del benessere nella scienza. Anche se a molti la bellezza non sembra essere attinente alla scienza, sicuramente stimola l’attenzione verso di essa e spesso ne è alla base. Quindi “il bello è strutturale alla scienza”.
Vaidyanathan enuncia una serie di attributi della scienza – «razionale, sistematica, metodica, analitica, calcolatrice» –, per poi porre la domanda «è anche bella?». Keats si lamentava che Newton avesse distrutto l’arcobaleno riducendolo ad una serie di valori cromatici e che i misteri venissero sminuiti dalla scienza e non considerati. Recentemente, però, gli scienziati si sono opposti a questa considerazione della bellezza nella scienza e Dawkins scrive in suo libro “Il sentimento di stupore dirompente che la scienza ci può trasmettere è una delle esperienze più sublimi di cui è capace la psiche umana. È una passione profondamente estetica, da clas-sificare con il meglio che la musica e la poesia possono esprimere. È davvero una delle cose per cui vale la pena di vivere”. Ora ci si chiede: il riconoscimento della bellezza, sbigottimento e stupore sono prerogative di luminari e celebri scienziati o si può applicare all’esercizio ordi-nario della scienza?
Un team di scienziati americani, inglesi, italiani e indiani hanno supportato Vaidyanathan in uno studio basato su quattro domande cardine: 1) Cosa rappresenta la bellezza per gli scien-ziati? 2) Come sperimentano gli scienziati la bellezza, lo sbalordimento e lo stupore nel loro lavoro? 3) Come tali esperienze plasmano l’esercizio della scienza? 4) Quali implicazioni pos-sono avere le esperienze estetiche degli scienziati sul benessere, motivazione e mantenimento della carriera scientifica? Dalle 3000 interviste fatte agli scienziati, soprattutto fisici e biologi, è emerso che la bellezza per gli scienziati è la logica intrinseca dei sistemi, è presenza di schemi o ordini nascosti, è eleganza. IL 75% degli intervistati ritiene che la bellezza risieda nei fenomeni che studiano, molti che risieda nelle teorie scientifiche, il 51% nell’insegnamento.
In base all’analisi effettuata sui dati rilevati, si è quindi data la definizione di tre tipi di bellezza: bellezza sensoriale o semplice, bellezza utile e la bellezza della comprensione o del capire. La prima è legata ai fenomeni che gli scienziati studiano; la seconda è legata a delle categorie estetiche (simmetria, semplicità, eleganza, opportunità) che, se si rivelano, gli scienziati pensano portino alla verità; la terza può essere utile ma anche fuorviante: non sempre la bellezza può portare alla verità, per la maggior parte degli scienziati la bellezza risiede nella continua ricerca della verità.
Gli ostacoli nell’incontrare la bellezza nel lavoro scientifico possono essere: “pubblica o muori”, incremento della specializzazione, vincoli dei finanziamenti, maltrattamento da parte di colleghi e supervisor, sfide alla salute mentale. Ci sono inoltre le pressioni fatte a livello istituzionale.

Molti scienziati riferiscono come incontrare la bellezza nella scienza li abbia motivati nell’insegnamento e nel tutoraggio, oltre che a motivare la divulgazione della scienza al pubblico.
La bellezza dei fatti e immagini della scienza è nota a tutti, ma bisogna che aiuti a migliorare l’approccio più scientifico nel mondo e aiuti le persone a capire i dati oggettivi della scienza e che c’è una realtà e oggettività oltre quello che pensano. Quindi la bellezza del capire è quella ritenuta dagli scienziati più importante per l’opinione pubblica.
(M.S.C.)

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