Invito alla lettura. Fa’ che questa strada non finisca mai Apologia di Giuda

Press Meeting

La narrativa approda tra i libri presentati al Meeting 2014. Alle 19 introduce la presentazione, nello stand dell’eni Caffè letterario A3, Camillo Fornasieri, direttore del Centro culturale di Milano. La storia che viene presentata – Fa’ che questa strada non finisca mai. Apologia di Giuda di Luca Doninelli – non vuole essere una narrazione storica di una nota vicenda evangelica ma si prefigge il compito più difficile di entrare nell’animo del protagonista: Giuda Iscariota. Tutto mira a far riflettere sul “punto”, profondo e provocante, che tiene vicino eppure lontano Cristo e il suo traditore. L’amicizia tra i due diventa l’argomento che permea l’intera storia e rende la narrazione attualissima. Perché Giuda è ancora vivo.
Doninelli, scrittore e giornalista, racconta che dopo un pellegrinaggio in Terra Santa ha scritto un’opera teatrale intitolata “La passione secondo i nemici”. Tra i protagonisti Pilato, Erode e Caifa, mancava proprio Giuda. “La sua assenza – spiega Doninelli – è dovuta all’amicizia con il Nazareno”. Secondo lo scrittore, Giuda non è mai stato nemico di Cristo. Nel vangelo sono documentate varie conversazioni tra i due. Anche la citazione di Péguy conforta lo scrittore bresciano: “L’ultimo grido di Cristo è per non aver potuto salvare il suo amico”. Lo scrittore prosegue a suon di citazioni e fa ricorso a don Giussani che gli consente di introdurre il concetto di circostanza: “Di fronte ai problemi della vita noi chiediamo a Dio un angelo e lui invece ci dà delle circostanze”. In effetti la narrazione che ci vede interessati rimarca il concetto delle “circostanze” nelle quali è riscontrabile il tradimento più famoso del mondo, frutto dell’amicizia di un uomo affascinato da Cristo senza essere mai riuscito ad aderire a lui. Nel libro è lo stesso Iscariota a narrare le sue vicende e alla fine del percorso narrativo, sul quale lo scrittore ha mantenuto un comprensibile riserbo, il testo conduce il lettore a un importante interrogativo sull’amicizia. Il titolo del libro fa intuire che proprio quello terminale è il punto più acuto in cui Giuda percepisce il dramma della storia che sta vivendo. Perché lui vorrebbe che fosse infinito il percorso che sta per condurlo al tradimento dell’amico.
L’idea di riaprire la domanda su Giuda, dice Andrea Simoncini, docente di Diritto Costituzionale all’università di Firenze, evidenzia il coraggio dello scrittore. Nel volume Giuda afferma: “Non essere d’accordo con qualcuno non è un delitto. Io amai quell’uomo fino alla fine e cercai in tutti i modi di salvargli la vita. Il mio solo delitto fu quello di non essere d’accordo con lui, ma questo che delitto sarebbe?” Il tradimento di Giuda quindi non consiste nell’aver consegnato Cristo alle guardie ma nel rifiutarsi di sottomettere la ragione a ciò che i suoi occhi vedevano. Uomo colto e sicuro del funzionamento dell’apparato giuridico del suo tempo, immola al proprio giudizio l’unico giudizio più adeguato: il sì a quell’amico.
(C.R., L.T.)

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