Invito alla lettura

Press Meeting

Tre volumi al centro dell’incontro che si è tenuto all’eni Caffè letterario nel padiglione A3. Camillo Fornasieri, direttore del Centro Culturale di Milano ha introdotto le presentazioni dei libri.

 

Giorgio Bordin, direttore sanitario dell’hospital Piccole Figlie di Parma, autore del libro “Etica della cultura medica” ha sottolineato che “la sofferenza del paziente va sempre accolta: esistono normative etiche da un punto di vista storico, che sono state stilate alla fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta che impongono al medico l’accoglienza del paziente e la costituzione della relazione con esso, fin dal momento della presa in carico”.

 

È stato proiettato un autoritratto di Rembrandt del 1663, che ha effettuato lezioni di anatomia insegnando agli allievi che la morte fisiologica si ha quando il cervello cessa la propria attività dopo l’arresto cardiaco. “Definire la malattia vuol dire, di fatto, definire la salute – ha affermato l’autore – è, infatti, importante definire il grado di disabilità che delimita le possibilità prognostiche”. Secondo un’idea atomistica della medicina, il soggetto non progredisce mai, a meno che qualcuno, in questo caso il medico, non lo aiuti a ripercorrere la strada. “Entrare in relazione con il paziente significa, di fatto, accrescere la propria persona – ha proseguito Bordin – è la motivazione fondamentale che determina la scelta di intraprendere una professione di aiuto, quale appunto quella di divenire medico”.

 

Claudio Risé, psicanalista e scrittore ha così presentato il proprio libro “Il padre libertà dono”: “La funzione del padre nei confronti del figlio è favorire la realizzazione della propria vocazione e della propria libertà. Il padre deve aiutare il figlio a ‘trovare la propria terra’, così come avveniva nell’Antico testamento in cui il Padre esorta i figli ad uscire dalla terra paterna”. Invece per l’autore oggi la figura paterna ha perso questo ruolo a causa del progresso tecno-scientifico, che ha sostituito come riferimento originario della realtà un Padre buono con lo specchio di Narciso, in cui l’uomo moderno si affaccia per scoprire la propria immagine. Purtroppo però lo specchio gliene rimanda una vuota. “Se togliamo questo riferimento originario ad un Padre buono il papà non sa che fare, si sente smarrito, perché non capisce più se il creato è buono o cattivo, se il figlio è buono o cattivo”.

 

In questa “emergenza padre” la psicoanalisi può essere un grande strumento di aiuto per il riconoscimento degli istinti e delle pulsioni più profonde e nell’organizzazione di essi in ordine al ritrovamento di un bene originario dell’uomo.

 

Molti applausi ha ricevuto anche la presentazione dell’opera “Infradito blu”, presentata da Felice Achilli, direttore dell’unità operativa di cardiologia all’ospedale San Gerardo di Monza. L’autore, Roberto Fumagalli, direttore dell’anestesia e rianimazione 1 dell’a.o. Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano, narra la tragica esperienza della morte del figlio. “Questo è un diario, il racconto di quello che abbiamo visto accadere dopo la morte, in un incidente stradale, del nostro ultimo figlio Andrea, di undici anni, investito mentre passeggiava con la bici che gli avevamo regalato qualche giorno prima”. La domanda decisiva, racconta Achilli, non è mai stata: perché proprio a noi? ma: Lo rivedremo?. C’è qualcuno che rende ragionevole sperare quello che il nostro cuore desidera di più?

 

Questa domanda, fragile e potente insieme, è divenuta dimora e fattore di speranza per molti, e ha introdotto la drammatica questione sulla verità di Cristo, sulla sua morte, ma soprattutto sulla sua risurrezione. “I fatti e le persone raccontati in questo diario – sono stati per noi la verifica di quanto un nostro grande amico ci disse poche ore dopo l’incidente, in ospedale: sembra la fine di tutto, e invece è l’inizio di una vita nuova per lui e per voi”.

 

 

(F.Po., F.D’I.)

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