Infrastrutture e trasporti: rinnovate opportunità per uscire dalla crisi

Press Meeting

“Gli indicatori economici dicono che in Italia la recessione si è arrestata. Nel mondo, evidenti i segnali di ripresa trainati dalla locomotiva Usa, anche se persiste la fragilità finanziaria. Per il nostro Paese un primo anche se timido segnale positivo che dovrebbe tradursi in un dato pil di fine anno migliore rispetto alle attese”, lo afferma il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi. Mentre il ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, annuncia novità importanti nel decreto governativo in uscita la prossima settimana: “Conterrà soluzioni su prima casa, service tax, e nuovi strumenti per l’accesso al credito bancario per famiglie e imprese grazie alla garanzia della Cassa depositi e prestiti. Rifinanzieremo il fondo per chi non riesce a pagare la rata del mutuo della casa e stiamo valutando come gli under trentacinque con contratti a tempo determinato, possono anche loro accedere a una linea di credito per acquistare un’abitazione”.
Lupi incassa anche placet e complimenti di Bankitalia sulla parte del decreto del fare che stanzia due miliardi di euro complessivi, tra cui 450 milioni per edilizia scolastica e 300 per la sicurezza del territorio. Tutti da utilizzare entro il 31 dicembre, pena il ritiro del finanziamento. “Le grandi opere hanno una ricaduta economica lontana nel tempo – ha spiegato Salvatore Rossi – invece le medie e piccole opere hanno effetti macroeconomici immediati sulla congiuntura, creano subito lavoro e occupazione”:
Sono queste le due novità principali emerse durante il dibattito, “Infrastrutture e trasporti: rinnovate opportunità per uscire dalla crisi”, svoltosi questa sera al Meeting e a cui hanno partecipato anche il presidente Enav, Massimo Garbini il presidente dell’autorità portuale di Trieste Marina Monassi.
Secondo Lupi e Rossi uno dei motivi della scarsa competitività del sistema Italia è l’eccessivo numero di leggi, norme e regolamenti e una burocrazia che finisce con ostacolare l’attività di aziende e imprenditore. Altra nota dolente per il ministro la mancanza di pianificazione: “E’ assurdo che in una regione ci siano tre aeroporti in cento chilometri, che si fanno concorrenza con i soldi pubblici. Dobbiamo trovare per loro una precisa vocazione che non collida gli altri per metterli a sistema. Stessa cosa per le trenta autorità portuali del nostro Paese. La politica deve avere il coraggio di scegliere e fare un piano nazionale dei trasporti”.
Massimo Garbini e Marina Monassi hanno invece presentato le testimonianze di due aziende di Stato che ottengono ottime performance sul mercato sia interno sia internazionale. “Ogni anno facciamo viaggiare in aereo un milione 600 mila persone. La nostra rete di controllo del traffico aereo è tecnologicamente avanzata e sicura. L’aeroporto di Kuala Lampur in Malesia ci ha scelto per replicare il sistema nel loro Paese – ha spiegato Garbini – nel 2012 abbiamo prodotto 800 milioni di fatturato con utile per il nostro azionista, lo Stato, di 56 milioni”.
Sorprendenti anche i risultati economici e occupazionali raggiunti dal porto di Trieste: “Il nostro terminale petrolifero serve il 30% del fabbisogno Germania, il 90% dell’Austria e il 50% della repubblica Ceca. Nonostante la crisi siamo cresciuti con un aumento di movimenti del più 13% alla fine di luglio”, ha spiegato Marina Monassi. Risultato che consente di portare a casa un utile di 13 milioni di euro nel 2013, risultato ottenuto da un’azienda pubblica priva d’obbligo di profitto ma di sola gestione a costo zero, e ha portato nella casse dello stato ben 256 milioni di euro di accise portuali. Come è stato raggiunto l’obiettivo? Con un gesto semplice: l’autorità a abbassato fino al limite di legge le tasse portuali. Trieste è tornata essere competitiva e i mancati incassi percentuali sulle tasse sono stati sopravanzati dai guadagni dovuti all’aumento della quantità di lavoro.

(C.B.)

Scarica