Incontro con Dario Odifreddi e Maurizio Carvelli

Press Meeting

All’interno del ciclo “What’s human about technology”

Secondo di una nutrita serie, l’incontro con il presidente di Piazza dei Mestieri Dario Odifreddi e l’amministratore delegato Ceur Maurizio Carvelli si è proposto come occasione di approfondire i vantaggi ed i rischi che derivano dal rapporto dell’uomo con la tecnologia. Il tutto si è svolto in un clima di dialogo con il pubblico che ha trovato ampio spazio per le domande. Ha moderato l’incontro Elio Sindoni, presidente Ceur.

Odifreddi ha posto da subito l’accento sulla tecnologia digitale, definendola “diversa dalle altre, perché pervasiva”. Ma per il presidente di Piazza dei Mestieri ciò non implica un’accezione necessariamente negativa: “Internet ha permesso di realizzare un progetto come la Fondazione Piazza Dei Mestieri dove molti studenti hanno potuto costruire qualcosa”. Tra gli esempi ha raccontato di uno spettacolo teatrale nel quale i ragazzi della Piazza hanno utilizzato le tecnologie digitali nella ricerca dei testi e delle fonti fino alla produzione di video.

Tra gli approcci da perseguire Odifreddi individua soprattutto l’educazione: “In Piazza dei Mestieri dobbiamo educare i giovani professionalmente, ma non solo! Serve comunicare il gusto del conoscere, di imparare a dare senso alle cose. La cosa più importante è il fatto che questi ragazzi si sentano voluti bene, altrimenti la conoscenza non può verificarsi davvero”. Il che vale naturalmente anche quando si tratta di rapporto tra i giovani e le tecnologie.

Carvelli ha messo sotto i riflettori la tecnologia per i giovani, in particolari quelli definiti, con le parole dell’economista britannica Noreena Hertz, come “la generazione tra i 14 e i 21 anni detta ‘generazione K’” . L’ad di Ceur continua citando Hertz: “Loro sono figli della paura, della crisi economica e del terrorismo”. Nonostante ciò, questa fascia di ragazzi non ha problemi ad attaccarsi a qualcosa che vale: “reputano Facebook troppo invadente e se ne stanno un po’ allontanando. Sono consumatori ma vogliono un ruolo da protagonisti, vogliono ‘co-creare’, attratti dalle esperienze dove possano dare un contributo personale”.

Il relatore ha poi affermato di aver vissuto questa esperienza in Camplus, rete di residenze universitarie di cui è presidente: “Ho visto instaurarsi un rapporto tra gli studenti e i social. Questo accade quando un adulto pone la domanda: ‘A che pro? A cosa serve il social ultimamente?’” È quanto è accaduto ad un ragazzo, che stava studiando per diventare fonico e che veniva chiamato “il ragazzo invisibile” perché restava sempre chiuso nella sua stanza, “finché gli adulti e gli altri ragazzi l’hanno coinvolto in alcuni progetti dove ha potuto applicare le sue capacità. Da allora lui stesso si è soprannominato il ragazzo visibile”.

Anche dal pubblico è emersa soprattutto una preoccupazione educativa: come regolare il rapporto dei giovani con le tecnologie? Una risposta inaspettata è venuta sempre dalla platea da Cristiana Poggio, vicepresidente di Piazza dei Mestieri: “Con i nostri ragazzi vince l’attrattiva! Sono venute a pranzo a casa mia due ragazzine da Catania. Hanno passato tutto il tempo con cellulare in mano. Evidentemente sono abituate così perché il cellulare è più attraente della situazione difficile che vivono a Catania. Ora loro sono al Meeting, ma non hanno più toccato il cellulare: la realtà qui è più attrattiva!».

Il prossimo appuntamento della serie si terrà sempre nello spazio tra il padiglione A5 e C5, oggi alle 15.30 con Luca Doninelli e Lucio Rossi.

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