In commedia stat virtus. Il segreto di un grande successo cinematografico.

Redazione Web

Incontro con il regista e sceneggiatore Gennaro Nunziante

 

Rimini, 23 agosto 2019 –  Gennaro Nunziante, attore, scrittore, sceneggiatore di film tra i maggiori successi del box office delle ultime stagioni come “Cado dalle nubi”, “Che bella giornata”,  “Sole a catinelle” e nel 2016 “Quo vado?”, tutti con protagonista Checco Zalone,ha dialogato all’Arena Percorsi A2 su cinema e dintorni: “In commedia stat virtus”, con Otello Cenci, regista e direttore artistico Spettacoli Meeting.

La prima domanda di Cenci si è ricollegata al titolo di questa edizione del Meeting. Nunziante cosa ama fissare con il suo cinema?

«Quando ero ragazzo», è stata la sua risposta, «pensavo che tutto il mondo fosse il quadrilatero dove abitavo. Passavo le giornate a fissare, guardare i  miei vicini, a sentirne le voci. Ritenevo che tutta la mia vita si sarebbe svolta lì. Poi sono venuto via, ma quei volti quelle voci, le ho porto sempre con me e ho imparato che guardare gli altri sia come una grande occasione, una grande opportunità di conoscere, con la curiosità di imparare qualcosa di bello, di utile. Proprio come ho visto qui al Meeting nelle foto di Tony Vaccaro,  l’importanza di un piccolo dettaglio, proprio quello che voglio raccontare con il mio cinema››.

«Cosa pensa», ha chiesto Cenci, «di quanto detto qualche giorno fa da Kryzstof Zanussi, che ha affermato che il cinema più che uno sguardo è un discorso, un racconto?».

‹‹Forse voleva significare qualcosa che a che fare con la consapevolezza, di un’idea di cinema più maturo, che ha a che fare con l’identità», ha replicato Nunziante. «Ѐ un discorso che comunque per me parte dall’infanzia. Se in quegli anni sei stato attratto da qualcosa di bello, poi lo saprai tramettere, così come  se sei stato toccato dal dolore. È ciò che si ha nel Dna della memoria. Per questo credo che i bambini dovrebbero essere oggetto di una particolare protezione, che è tutela del futuro. Il senso dello sguardo ha sempre rappresentato per me un senso di amore per gli altri. Amo questo dono di fare il cinema e ringrazio la vita per questo».

Quale il segreto del successo dei suoi film?

«Che piacciono a me. Ѐ importante che il pubblico non sia preso in giro. Se una cosa non diverte me, perché dovrebbe piacere agl’altri? Credo debba essere così, anche se può significare andare contro la volontà dei produttori. Ho sempre fatto la scelta di raccontare le “mie” ipocrisie , quelle che conosco perfettamente, guardando me stesso. Il gioco di raccontare l’ipocrisia di ognuno è tutto. Come diceva Baudelaire: “Mio ipocrita, allora, mio simile, mio fratello” . Creare un film vuole dire cercare di fere cose belle che siano di stimolo per il pubblico».

La conversazione è stata intervallata alla proiezione di spezzoni di film come ”Il generale Della Rovere” diRoberto Rossellini. «Il mio cinema», ha aggiunto Nunziante, «ricerca la possibilità di far ritornare a parlare gente diversa tra loro, far star bene il pubblico, infondere la bellezza di un sorriso.  In questo vedo delle ottime possibilità per la commedia».

L’incontro si è chiuso con la visione di una scena tratta questa volta dalle felliniane “Notti di Cabiria”,  quella dove la protagonista Giulietta Masina riesce a ritrovare il sorriso che la fa ritornare alla vita.

 

(M.T.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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