Il soggetto assente. Educazione e scuola tra memoria e nichilismo

Press Meeting

Il titolo dell’incontro è ispirato al titolo del volume di Massimo Borghesi, edito da Itaca: “Il soggetto assente. Educazione tra memoria e nichilismo”. Ne ha parlato l’autore con Onorato Grassi, docente di Storia della Filosofia presso la LUMSA di Roma, e con lo scrittore Luca Doninelli. Ha moderato il dibattito il prof. Gianni Mereghetti.
Il libro consiste nella ricucitura di incontri, convegni e relazioni che Borghesi ha preparato, in occasione di iniziative culturali e pedagogiche. Il soggetto assente è l’uomo: l’aridità della trasmissione docente-discente, l’incredibile ed enciclopedica freddezza dei testi, l’assenza di soggetti capaci di educazione e di guida alla conoscenza, sono tutti dati che descrivono la situazione scolastica attuale, ma non nascono a caso. Ancora negli anni ’60 l’impianto educativo della scuola era umanistico; la cultura egemone dagli anni ’80 è invece quella post-sessantottina, che ha portato il dominio delle metodologie storico-filosofiche nei libri di testo e dello strutturalismo nelle metodologie di approccio. Per esso a muovere la storia non è più un soggetto, ma le strutture interne di ogni fatto e documento. Frammentazione del sapere e frantumazione dell’io: il mondo scolastico e dell’educazione si dibatte così fra perdita della memoria e nichilismo; il veicolo di trasmissione del sapere è di tipo struttural-enciclopedico e sostanzialmente anti-umanistico.
Da qui l’aridità del lavoro scolastico: lo iato che si è generato, ha detto Borghesi, fra conoscenza ed interesse. Tutto è diventato astratto: anche le materie umanistiche. Non c’è più narrativa, non c’è più bellezza, non ci si sa più appassionare ad una immagine: gli stessi classici, uccisi dalle analisi dei testi, stanno declinando. La storia ha perso la dimensione narrativa per inseguire la parcellizzazione di episodi significativi che vengono presentati come totalizzanti: si perde il concetto di evento, si perde l’idea della concretezza spazio-temporale, della collocabilità dell’evento stesso e del personaggio; si perde la narrazione che rende umani e prossimi i fatti narrati.
La metamorfosi metodologica del sistema scolastico italiano ha interrotto il dialogo fra docente e studente. Per inseguire le idee di una lobby di pedagogisti che negli ultimi 30 anni hanno imposto la loro ‘modellistica del sapere’ la scuola è diventata il regno dell’astratto.
È come se l’idea di fondo, ha sottolineato Doninelli partendo dalla propria esperienza di narratore, fosse quella di sostituire alla comunicazione vera l’affabulazione. Ma l’affabulazione punta tutto sulla tecnica, sull’efficienza: Viene meno l’autore che, dal latino auctor, significa colui che fa crescere. Viene meno il maestro. Manca il soggetto. E’ ormai tempo di riportare nelle aule scolastiche il maestro e di rimettere al centro di tutto l’educazione Secondo la la bella citazione di Giussani ricordata da Onorato Grassi, “L’educazione è la comunicazione di sé”. Il lavoro educativo, allora è far uscire dall’artefatto per introdurre il giovane nella realtà.
E.P.
Rimini, 26 agosto 2005.